Dalla Redazione NPL e crediti deteriorati

Eba migliora la qualità del credito

L’Autorità bancaria europea (EBA) ha pubblicato il Risk Dashboard ai risultati dell’edizione autunnale del questionario di valutazione dei rischi (RAQ). Il rapporto NPL è sceso al 2,1% e il rapporto di fase 2 si è contratto all’8,7%. Il rendimento del capitale netto (RoE) è stato riportato superiore ai livelli pre-pandemia al 7,7%. I risultati del RAQ mostrano che circa il 50% delle banche coprono il loro costo del capitale (CoE), con più del 70% delle banche che stimano un CoE compreso tra l’8% e il 12%. Resta da vedere in che misura l’ondata di infezioni legate a Omicron influirà sulla qualità degli asset e sulla redditività.

Il calo del NPL Ratio (20 pb QoQ) è stato guidato da una diminuzione del 5% degli NPL a 419 miliardi di euro e ha avuto una base ampia. Il rapporto NPL per le esposizioni delle famiglie è sceso al 2,5% (2,7% nel 2° trimestre) e per i prestiti alle società non finanziarie (NFC) al 4,2% (4,4% nel 2° trimestre). I settori più vulnerabili alle misure Covid continuano ad avere livelli di NPL più elevati, ma hanno anche mostrato un miglioramento. Ad esempio, il rapporto NPL delle attività di alloggio e ristorazione è diminuito di 20 pb al 9,5% e quello di arti, spettacoli e tempo libero di 50 pb al 7,7%. La tendenza all’aumento osservata nel volume dei prestiti forborne dall’inizio della pandemia si è fermata a circa 383 miliardi di euro (2,0% dei prestiti totali).

I volumi di prestiti sotto moratoria in corso sono ulteriormente diminuiti. Il volume dei prestiti sottoposti a moratorie in corso è stato di 50 miliardi di euro (circa 125 miliardi di euro nel 2° trimestre), con circa un terzo (33,6%) di essi classificati come fase 2 (28,1% nel 2° trimestre) e il 6% come NPL (4,5% nel 2° trimestre). Il 23,9% e il 4,9% dei prestiti con moratoria scaduta sono stati segnalati rispettivamente nella fase 2 e come NPL (24,5% e 4,7% nel T2). Il volume totale dei prestiti sotto schemi di garanzia pubblica (PGS) ha raggiunto 378 miliardi di euro nel T3, invariato rispetto agli ultimi trimestri. Il 20,1% di essi si trovava nella fase 2 e il 2,4% era classificato come NPL (rispettivamente 18,5% e 2% nel T2).

I bassi impairment hanno sostenuto la redditività che è superiore a quella pre-pandemia. Il RoE è stato riportato al 7,7% (2,5% nel T3 2020 e 6,6% nel T3 2019). Il costo del rischio è stato dello 0,47%, sostanzialmente inferiore a quello dello stesso periodo dello scorso anno (0,74%) e allo stesso livello di dicembre 2019. La tendenza al ribasso del margine di interesse netto (NIM) si è fermata. Il reddito netto da interessi (NII) continua ad essere il principale contributore al reddito operativo netto delle banche (55,4%), tuttavia le commissioni nette hanno una rilevanza crescente (31,9%, in aumento rispetto al 30,2% del 3° trimestre 2020 e al 28,5% del 4° trimestre 2019). Quest’ultimo rimane una delle aree target principali delle banche per migliorare la redditività in futuro, secondo i risultati del RAQ. I risultati del questionario mostrano anche che la quota di banche che applicano tassi negativi alle SNF ha continuato a crescere (60% vs 55% prima) mentre la quota di banche che applicano tassi negativi alle famiglie rimane stabile intorno al 15%.

Le banche hanno riferito nel RAQ che i fattori ESG sono ampiamente considerati nella loro gestione del rischio. L’80% delle banche li prende in considerazione nel rischio di credito, mentre più del 70% delle banche li considera per i rischi reputazionali e operativi. Le metriche più utilizzate dalle banche per valutare le loro esposizioni ai rischi legati al clima sono le emissioni di carbonio o di gas serra (GHG) finanziate e i punteggi/valutazioni ambientali delle controparti (entrambi indicati dal 45% delle banche). Sono seguiti dalla quota di esposizioni verdi (40%) e dalla quota di esposizioni dannose per l’ambiente (30%).

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