Dalla Redazione

Mutui e credito al consumo, Osservatorio Assofin-Crif-Prometeia: nei primi 9 mesi del 2021 boom di richieste (+21,3% e +18,8%)

Boom di richieste di prestiti e mutui nei primi 9 mesi del 2021. Sarà per il famoso effetto rimbalzo rispetto al calo dell’anno scorso, ma i dati pubblicati oggi da Assofin, Crif e Prometeia attestano un aumento del 18,8% di richieste di credito al consumo e del 21,3% di mutui immobiliari rispetto allo stesso periodo del 2020. Tuttavia i livelli pre-pandemia sono ancora lontani; infatti, come attesta la 51ma edizione dell’Osservatorio sul credito “rispetto ai primi 9 mesi 2019 si evidenzia ancora una contrazione del 9,7%, anche se il gap si riduce progressivamente, in particolare nel terzo trimestre”. Anzi per quanto riguarda i mutui immobiliari, l’incremento “diventa ancora più consistente nel confronto col corrispondente periodo del 2019 (+36,8%) grazie ai mutui con finalità d’acquisto e a quelli per ristrutturazione, a conferma della centralità, per le famiglie italiane, del progetto casa sostenuto dal credito”. Nel dettaglio, trainano la crescita i mutui con finalità d’acquisto (+39,8%), portando il proprio peso sul totale flussi finanziati al 79%, ben al di sopra di quello pre-pandemia (75%). Il trend ha beneficiato dei tassi ancora ai minimi storici oltre che degli incentivi governativi (bonus prima casa, superbonus 110% e agevolazioni per i giovani). Gli stessi driver hanno inciso sulla ripresa dei mutui di ristrutturazione (+15,6%). Il comparto sta fornendo un importante contributo alla transizione “verde” dei consumi, attraverso l’offerta di mutui green (erogati a favore di famiglie consumatrici per l’efficientamento energetico dell’abitazione) che incidono per l’8% sul totale mutui acquisto e per l’11% su quelli per ristrutturazione e/o costruzione di un immobile residenziale. Rispetto, invece, al credito al consumo l’Osservatorio segnala una forte crescita dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto e moto (+22.3%) nei primi sei mesi del 2021 (+1,4% rispetto ai primi nove mesi del 2019), trainato dai finanziamenti per auto e moto usata e favorito dagli ecoincentivi. I prestiti finalizzati all’acquisto di altri beni e servizi (elettronica, elettrodomestici, arredo) nei primi nove mesi del 2021 hanno mostrato complessivamente un incremento del 18,2%, che si traduce in una replica dei volumi pre-crisi. All’interno di tale categoria hanno mostrato una maggiore resilienza quelli destinati all’acquisto di elettrodomestici/elettronica anche grazie all’e-commerce. Nel terzo trimestre i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione superano i volumi pre-pandemia, grazie alle erogazioni a dipendenti pubblici, i meno colpiti dagli impatti negativi sul reddito indotti dalla crisi. Le erogazioni complessive chiudono i primi nove mesi del 2021 con un incremento a doppia cifra (+15.3% sullo stesso periodo del 2020), contenendo il gap sul 2019 (-3.5%). I prestiti personali sono il prodotto che più ha risentito degli effetti della crisi in atto, segnando un -18.1% per quanto riguarda i flussi erogati rispetto vs 2019. Lato domanda incide ancora la prudenza verso impegni finanziari maggiori e lato offerta la maggiore attenzione al merito creditizio dei richiedenti anche a seguito delle normative prudenziali più stringenti. Infine, gli utilizzi rateizzati delle carte opzione/rateali proseguono il trend di calo nel confronto sia con il 2020 (-6%), sia con il 2019 (-17.8%). Il prodotto subisce anche, in particolare sugli acquisti a minor valore, la concorrenza degli strumenti di dilazionamento dei pagamenti, diffusi in ambito eCommerce. Il cambiamento delle abitudini della clientela indotte dalla pandemia ha accelerato la trasformazione che l’industria del credito alle famiglie stava già affrontando. Il comparto ha sperimentato una forte accelerazione della digitalizzazione dei processi, grazie anche alle misure di semplificazione adottate dal legislatore sulla sottoscrizione elettronica dei contratti che hanno portato ad un incremento dell’offerta di prodotti finanziari tramite piattaforme web. Cresce anche l’attenzione sul green lending, con la quota di finanziamenti al consumo sul totale cresciuta durante la pandemia; analogamente aumentano i mutui destinati all’efficientamento energetico dell’abitazione. La digitalizzazione e la transizione green sono tematiche cruciali anche per l’offerta del credito, essendo pilastri del piano Next Generation EU. L’Osservatorio evidenzia come il rischio di credito si collochi, rispetto al totale dei prestiti alle famiglie, sul livello più basso degli ultimi anni, con il tasso di default 90 past due che registra una riduzione e si posiziona all’1,2% a settembre 2021. “Al mantenimento di una elevata qualità del credito – si legge – hanno contribuito, oltre agli strumenti di sostegno del reddito e all’intervento tempestivo degli operatori sui primi segnali di insolvenza, anche l’atteggiamento responsabile delle famiglie e i tassi di interesse confermati dalla Bce ai minimi storici”. Per il biennio 2022-2023 la domanda di credito da parte delle famiglie sarà favorita dal miglioramento dello scenario macroeconomico e dal consolidamento della ripresa atteso nei prossimi anni in un quadro di minore incertezza, oltre che da tassi d’interesse bassi e dalla spinta che verrà dall’implementazione del Pnrr. Dopo il rimbalzo del 2021, i flussi complessivi di credito al consumo consolideranno la crescita nel biennio 2022-23, recuperando i livelli pre-covid. La ripresa sarà guidata dai prestiti finalizzati, favoriti da incentivi per l’efficientamento energetico, mentre sarà più lento il recupero dei prestiti personali. Buone prospettive anche per i mutui immobiliari, anche grazie agli impulsi derivanti dagli incentivi governativi. Sul fronte delle politiche di offerta, la solvibilità della clientela resterà un elemento decisivo, “soprattutto nel 2022 quando, in un quadro di generale normalizzazione dell’attività economica, il termine delle moratorie e la riduzione degli interventi di sostegno porterà a un peggioramento della rischiosità. Gli impatti della maggiore rischiosità sui bilanci degli operatori saranno, tuttavia, limitati dai piani di cessione di NPL”.