Credito e consumatori Dalla Redazione

Risparmio, quanto incide il Covid 19 nelle abitudini delle famiglie?

Potrà sembrare paradossale, dato il momento di grave crisi economica che l’Italia sta attraversando a causa della pandemia da Coronavirus, ma l’emergenza sanitaria ha fatto aumentare il risparmio delle famiglie italiane. Il Coronavirus, da quanto emerge dai dati presentati da Acri- l’associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa – in vista della 96° giornata mondiale del risparmio che ha organizzato per domani 30 ottobre, ha indotto le persone a voler mettere da parte denaro per potersi sentire maggiormente protetti in vista di eventuali ulteriori imprevisti.

L’indagine annuale realizzata con l’Ipsos titolata: Gli italiani e il risparmio, è così suddivisa, la prima parte si occupa di delineare il livello di soddisfazione (o meno) degli italiani per la propria situazione economica, puntando nello specifico sugli attuali cambiamenti rispetto al passato, mentre la seconda parte dell’indagine è centrata sul tema focus della Giornata, che quest’anno è «Risparmio: Futuro Presente».

Il Lockdown precedente vissuto a marzo che ha costretto gli italiani a stare in casa rinunciando, volenti o nolenti, a molte attività sociali quali le palestre, i cinema, i teatri, i ristoranti, ha indotto gli italiani a spendere meno e dunque a risparmiare denaro, andando a fortificare quella che è una propensione già ben consolidata che contraddistingue il popolo italiano. Risparmiare dona sicurezza e riparo di fronte ad eventuali imprevisti, in quanto garantisce una sorta di ‘paracadute’ su risorse proprie. Chiaro che non è avvenuto così per tutti in quanto il lockdown e l’attuale crisi pandemica in atto hanno purtroppo anche enfatizzato le situazioni complesse di chi già si trovava in condizioni di difficoltà determinate da redditi bassi e lavori precari. Ed hanno fatto crescere la forbice tra gli italiani che si sentono ‘garantiti’, i dipendenti con reddito sicuro a fine mese, e quanti sono privi di ogni garanzia, si pensi agli autonomi, ai commercianti, agli artigiani, ai giovani.

Questa polarità emerge molto bene dalle parole del Presidente Alessandro Profumo: “La pandemia ha innescato una crisi senza precedenti e la seconda ondata rischia di essere più devastante della prima. In questo contesto un elemento di preoccupazione è la crescita della polarizzazione sociale. L’Abi ha quantificato nell’8 per cento l’aumento del totale dei depositi bancari in un anno. Dall’altro lato però la crisi colpisce le famiglie e i loro risparmi non si traducono in investimenti. Nello stesso tempo le misure straordinarie per rispondere alla pandemia hanno fatto crescere la fiducia nell’Europa e nella moneta unica”.

Nando Pagnoncelli, dalla sua, presentando in sintesi i dati Ipsos afferma, avvalorando tale dualismo: “Il clima degli italiani nei confronti dell’economia e del risparmio è caratterizzato da evidenti contraddizioni. Da una parte si rileva una ritrovata serenità e fiducia rispetto alla propria situazione economica, dovuta al senso di tranquillità indotto dal largo incremento del numero di risparmiatori e, forse, da un ridimensionamento delle aspettative. D’altra parte, è diffusa una preoccupazione generalizzata circa i destini del Paese e del mondo”.

La polarità tra le fasce di popolazione è evidente nell’intera ricerca, emerge infatti che la percentuale di italiani che risparmia senza troppe rinunce è pari al 58%, ben l’82% degli italiani sostiene che non si troverebbe impreparato di fronte a spese impreviste del valore di 1000 euro, il 42% non avrebbe nemmeno problemi a dover sostenere spese non preventivate fino a 10 mila euro. Sicuramente la contrazione dei consumi, specie quelli che rientrano nei servizi non essenziali, nuovamente tagliati dagli ultimi Dpcm, ‘fuori casa e divertimento’, ha consentito, già a marzo e aprile, di risparmiare e destinare le proprie verso il risparmio senza eccessivi sacrifici, se non quelli determinati da una sorta ‘ di privazione’ a monte. Purtroppo esiste però una minoranza di persone che fatica ancor più rispetto al passato, sia per quanto concerne la possibilità di consumare, sia per quanto riguarda il risparmio, si tratta di tutte quelle categorie di lavoratori che sono stati duramente colpiti dalla crisi determinata dal Covid19 e che guardano con apprensione questa seconda ondata.

L’indagine poi proietta un focus anche sul Futuro da cui emerge che le priorità su cui gli italiani vorrebbero veder puntare le attenzioni del Governo comprendono la necessità di offrire maggiori opportunità di lavoro per i giovani, una maggiore attenzione al welfare, formazione, innovazione e responsabilità sociale, e la certezza di poter contare su un sistema sanitario adeguato.

Inoltre dall’analisi si evince come la forte insicurezza sul fronte sanitario stia spingendo di rimando una maggiore protezione in ambito finanziario. Le famiglie italiano, stando a quanto emerso dalla ricerca Acri –Ipsos: “non si accontentano più di accumulare liquidita ma tornano ad investire in prodotti finanziari con una determinata caratteristica: devono essere sicuri”.

Insomma pare evidente come il Coronavirus stia modificando o abbia già modificato sia i consumi quanto i risparmi delle famiglie italiane.