Scelti per voi

Il rialzo dei tassi può diventare la “manna” per le banche italiane e spagnole

Per anni i mutui residenziali, spesso diventati sofferenze sotto il peso della crisi, sono stati la principale causa dei dolori della banche italiane, in buona compagnia con quelle spagnole e portoghesi. Invece nei prossimi anni, complice un generalizzato rialzo dei tassi, potrebbero finalmente procurare qualche gioia; in particolare a chi ne ha di più, della giusta durata e di una qualità superiore alla media.

È quanto emerge da un report dedicato alle banche europee dagli analisti Morgan Stanley. Che hanno studiato gli effetti, i primi, del cambio di direzione imposto dalla Fed negli Stati Uniti e li hanno applicati al Vecchio continente. Per le banche, soprattutto quelle spagnole e italiane, c’è molto da guadagnare, e anche piuttosto in fretta.

Soprattutto nella prima fase, gli effetti di un rialzo dei tassi sarebbero immediati e consistenti: 50 punti base in più sui tassi applicati dalla Bce potrebbero subito portare con sé 120 punti base in più sul RoTE delle banche, ovvero la redditività calcolata sul patrimonio netto tangibile. Il motivo è semplice: secondo gli analisti della banca d’affari, infatti, pur a fronte di un rialzo dei tassi per qualche tempo gli interessi pagati dalle banche ai depositi, vicinissimi allo zero, sarebbero destinati a rimanere intatti. Dunque, salendo la remunerazione e a costi di raccolta invariati, si allargherebbe il margine d’interesse a favore delle banche. Pur a ritmi più contenuti, il progressivo aumento dei tassi manterrebbe i suoi effetti positivi sul margine: 60 punti base in più di ritorni – sempre in termini di RoTE – ogni mezzo punto in più dei tassi.

L’andamento dei tassi, insieme al portafoglio di raccolta e impieghi, determina conseguenze specifiche per ogni singola banca. Morgan Stanley calcola che con 50 punti base in più sui tassi al 2019, i maggiori benefici sarebbero per la spagnola Bankinter (+2,2% del RoTE), seguita da Caixa (1,7%), Bankia (1,6%), l’irlandese Kbc (1,5%), Sabadell (1,4%) e quindi le italiane: nell’ordine Ubi (1,3%) e UniCredit con BancoBpm appaiata (1,25%).

I benefici, sempre in termine di margine d’interesse, saranno particolarmente sensibili per le banche particolarmente esposte sui mutui residenziali. Perché, secondo i calcoli di Morgan Stanley, soprattutto in Spagna e Italia la durata media degli impieghi in essere è ancora elevata (20-25 anni) e la predominanza di tassi variabili agganciati all’Euribor fa sì che l’aumento degli interessi sia un fatto puramente meccanico: Bankia, con il 60% degli impieghi rappresentato dai mutui residenziali avrà i benefici maggiori, subito seguita da Ubi (49%) e, per quanto riguarda le italiane, da BancoBpm (38%), UniCredit (37%), Intesa Sanpaolo (20%).

A valle di tutto questo, Morgan Stanley ha modificato le previsioni rispetto ad alcuni titoli. A Intesa Sanpaolo, inserita tra i titoli preferiti nel portafoglio delle banche europee, è riconosciuto un upside potenziale del 20% con target price che da 2,9 euro sale a 3, a fronte di una chiusura di giovedì a quota 2,53 euro; BancoBpm, che paga l’elevata esposizione sugli Npl, viene innalzata da 2,2 a 2,5 euro a fronte dei 2,71 di ieri.


Autore: Marco Ferrando
Fonte:

Il Sole 24 Ore

nplmutuicreditotassibanche

Credit Village è oggi il punto di incontro e riferimento - attraverso le sue tre aree, web, editoria, eventi - di professionisti, manager, imprenditori e operatori della gestione del credito. Nasce nel 2002 con l’intento di diffondere anche in Italia, così come avveniva nel mondo anglosassone, la cultura del Credit e Collection Management.