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Mps, martedì in cda il piano di Passera

Arriva il piano alternativo di Corrado Passera per Siena. Nel cda dell’altro ieri di Mps, che doveva dare aggiornamenti sull’aumento di capitale e confermare i requisiti di onorabilità dell’amministratore delegato Marco Morelli, è spuntata infatti a sorpresa una lettera dell’ex capoazienda di Intesa Sanpaolo ed ex-ministro. Circostanza ieri confermata da Mps con una nota: «Il cda di Banca Monte dei Paschi di Siena ha analizzato accuratamente una lettera inviata dal Dott. Passera e pervenuta alla banca in data 13 ottobre in cui viene illustrata una proposta non vincolante relativa al potenziale rafforzamento patrimoniale della banca. Il cda ha conferito a riguardo uno specifico mandato all’ad che ha avviato ulteriori approfondimenti».

Corrado Passera da tempo sta cercando una via alternativa all’aumento di capitale proposto da Jp Morgan e Mediobanca. Già prima dell’estate, quando alla guida di Mps c’era Fabrizio Viola, Passera aveva presentato una bozza di offerta garantita dalla banca d’affari svizzera Ubs: proposta rifiutata dal cda di Mps, in quanto era già stato ratificato il piano targato Jp Morgan e Mediobanca. Ma ora il manager torna all’attacco. L’obiettivo di Passera sarebbe quello di evitare un aumento di capitale grazie all’ingresso come investitori di un gruppo di private equiy. Da qualche tempo si parla infatti dell’interesse di fondi come gli americani Warburg Pincus e Atlas, anche se non è dato sapere se nella lettera i nomi dei fondi siano gli stessi indicati a inizio settembre. Per ora il cda di Mps , preso atto della lettera, avrebbero incaricato l’advisor (Lazard) di incontrare gli advisor di Passera, fra cui lo studio legale Cleary Gottlieb e una boutique finanziaria. E martedì tornerà a riunirsi il cda per esprimere una valutazione.

Resta da capire se Passera riuscirà nei propri intenti, anche perché il piano di Jp Morgan e Mediobanca è cambiato parecchio da quello originario e ora assomiglia alla proposta iniziale di Passera: con la diminuzione dell’aumento a 1,5 miliardi (dai 5 miliardi previsti), con la conversione dei bond subordinati in mano agli istituzionali (e se non bastasse anche quelli retail) e, infine, con la ricerca di qualche anchor investor. È plausibile pensare che alla fine i due piani possano confluire sul salvataggio di Siena, nel caso l’ex-ministro porti qualche valore aggiunto in termini di grandi investitori. Passera guarderebbe alla carica di presidente, che resterà vacante tra poco con le dimissioni di Massimo Tononi.


Autore: Carlo Festa
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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