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Bpm deve cedere un pezzo di Anima per non far scattare l’Opa

Bpm sta cercando il modo migliore per vendere una quota di Anima per non ricadere, insieme alle Poste, nell’obbligo di promuovere un’Offerta pubblica d’acquisto su tutta la società del risparmio gestito.

La Popolare di Milano, bene intonata in Borsa come il resto del comparto bancario (il titolo), ha comunicato di aver ricevuto dalla Consob la risposta sul quesito rivoltole un anno fa sull’obbligo di Opa su Anima, della quale detiene il 16,8%. La domanda all’Autorità dei mercati si era resa necessaria dopo che Poste Italiane era subentrata a Mps nel capitale di Anima, rilevando il 10,3% precedentemente in mano a Siena.

Il gruppo delle lettere è subentrato anche nel patto parasociale che Mps aveva con Bpm, arrivando così a detenere in tandem il 27,1% di Anima. L’intesa prevedeva proprio da parte di Bpm l’impegno a cedere la parte eccedente la soglia d’Opa (quindi il 2,1%) entro 12 mesi, qualora dalla Consob fosse stato ravvisato l’obbligo di lanciare l’offerta totalitaria.

Nella nota odierna, Bpm rende noto che questa eventualità si è verificata: “La Consob, con atto datato 16 giugno 2016, si è espressa ritenendo applicabile per Anima la soglia Opa del 25% del capitale di cui all’art. 106, comma 1-bis, del TUF; in proposito, Bpm sta valutando le migliori soluzioni al fine di ottemperare, nei tempi e nei modi ritenuti più opportuni, al suddetto proprio impegno riguardo alla partecipazione complessivamente eccedente la citata soglia Opa”.


Fonte:

Repubblica

posteanimabpm

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