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Sui nullatenenti cosa può fare il Fisco? Ecco cosa accade se il creditore non trova beni da pignorare e il debitore non può pagare!

Chi davvero risulta nullatenente non rischia nulla nei confronti dei creditori privato o del fisco, vi è infatti un principio sancito dai moderni Stati democratici che cita che nessuno può ovviamente essere obbligato ad eseguire una prestazione impossibile. Non si va incontro a sanzioni di carattere amministrativo, a meno che non si emettano assegni a vuoto, no si va incontro a sanzioni legali, che vengono al più previste colo nel caso di chi artificiosamente ed in modo consapevole si metta nelle condizioni di non pagare: insolvenza fraudolenta, così come non scattano le segnalazioni in Centrale Rischi, previste solo per chi non paga la banca o altro intermediario creditizio.

Chi è il nullatenente?

In origine era considerato nullatenente colui che nulla aveva come beni intestati, oggi però la connotazione del termine ha ottenuto una valenza più ampia. Si considerano infatti nullatenenti anche coloro che hanno dei beni, ma questi sono di valore così basso rispetto al credito verso il quale si procede, che vengono considerati impignorabili, perché al di sotto del minimo vitale.

Per non rischiare pignoramenti da parte del fisco, è necessario in line di massima:

• non avere altri immobili oltre alla prima casa di residenza . Tutti gli altri immobili, invece, potranno essere pignorati se il debito supera 120mila euro. La prima casa resta però ipotecabile, anche se l’unica, qualora il debito superi 20mila euro;

• non avere uno stipendio;

• non avere una pensione superiore a 672,76;

• non percepire redditi derivanti da locazione;

• non avere un’auto salvo che la stessa sia indispensabile per l’esercizio dell’impresa o della professione (solo in questo caso non può infatti essere soggetta a fermo);

• non avere diritto a rimborsi per risarcimenti del danno o pensioni di invalidità;

• non essere proprietari di beni mobili (come l’arredo della casa).

• non avere diritto al pagamento di onorari, provvigioni o altri crediti da parte di terzi (anche se pubbliche amministrazioni);

• non avere un conto corrente o avere un conto corrente in rosso o, in ultima analisi, avere un conto corrente con apertura del fido e tenerlo entro i limiti del fido stesso • non avere obbligazioni, azioni o depositi in cassette di sicurezza curate dalla banca.

Cosa rischia?

Qualora Equitalia non trovi beni da pignorare potrebbe avviare delle indagini fiscali anche attraverso l’accesso all’anagrafe tributaria e dei conti correnti. Se dopo tali ispezioni non dovesse risultare alcun reddito, il fisco potrebbe decidere di ricostruire per sicurezza la storia a ritroso del contribuente. Il fine sarebbe quello di comprendere se questi non abbia, nei cinque anni passati, effettuato dei trasferimenti di denaro sotto forma di donazione o vendite altrove col preciso scopo di frodare i creditori. In quel caso i detti atti sarebbero oggetto di revocatoria al fine di poter aggredire il bene ceduto al terzo.

Inoltre, se ricorrono gli estremi della malafede, potrebbe scattare una segnalazione alla Procura della Repubblica per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. In questo caso chi si è ‘spacciato’ per nullatenente non essendolo andrebbe incontro ad un reato punibile con la reclusione da 6 mesi a 4 anni, sempre a condizione che l’importo evaso sia superiore a 50.000 euro.

Il debito dei nullatenenti passa agli eredi?

Al Momento della morte del contribuente nullatenente vengono messi in mezzo gli eredi, infatti ameno che i suo i debiti non risultino prescritti, questi passano in automatico agli eredi. Che hanno unicamente due strade per essere più tranquilli e non pagare di tasca loro i debiti del parente in debito. Questi possono o rifiutare in toto l’eredità oppure agire con una via intermedia per evitare di dover pagare somme superiori ai beni ottenuti con la successione, possono optare per accettare l’eredità con beneficio di inventario. Utilizzando questa modalità con tale soluzione, i creditori possono pignorare solamente i beni caduti in successione e non quelli personali dell’erede di cui era già titolare prima.


Autore: Erica Venditti
Fonte:
Credit Village

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