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Banche: Wsj, ancora troppe sofferenze. Abi: stanno frenando

Le banche italiane hanno ancora in pancia troppe sofferenze sui prestiti, specialmente immobiliari, che non riescono a scaricare. L’allarme arriva dal Wall Street Journal, ma l’Abi rileva come il tasso di ingresso in sofferenza sui finanziamenti sta frenando e che sugli istituti di credito c’è interesse da parte degli investitori stranieri, come testimoniato dal successo degli aumenti di capitale varati in questi mesi. L’ultimo dei quali e di maggiori dimensioni è stato quello di Mps.

E in Italia, spiega il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, le banche si avvarranno sicuramente delle nuove misure varate dalle Bce e operative da settembre che condizionano la liquidità a nuovi prestiti erogati a famiglie e imprese stimolando la ripresa e non più utilizzandola per rifinanziare i propri bond o acquistare titoli di Stato. Già ora qualche timido segnale c’è: un +28% dei mutui nei primi cinque mesi e un aumento dei pagamenti con le carte di credito.

Il sistema bancario, e più in generale il paese intero, è quindi tornato appetibile anche grazie all’abbassamento della “febbre dello spread” e questo ha permesso di mettere in sicurezza il patrimonio in vista dell’Aqr e successivo stress test della Bce.

Gli aumenti hanno consentito di coprire le perdite generate dalle maxi svalutazioni degli attivi e dei portafogli imposti in primis dalla Banca d’Italia. Questa volta infatti l’esercizio sarà stringente. Proprio le ‘falle’ nel test del 2011 sono finite sotto la lente della Corte dei Conti Ue che ha bacchettato l’Eba per come ha condotto il test dove alcune banche promosse hanno dovuto poi massicciamente ricapitalizzare. I giudici Ue ora avvisano come l’autorità che ha sede a Londra rischia di sovrapporre le funzioni con quella della Bce, che non a caso nel suo esame su oltre 140 banche ha incluso l’esame su due elementi, la cui mancanza è stata giudicata con severità dalla corte dei conti: la valutazione della qualità degli asset e la liquidità.

E secondo il Wsj tuttavia i prezzi offerti dalle banche del nostro paese sui bad loan sono ancora troppo alti a fronte di un mercato che ancora non si riprende. Il Wsj cita gli otto miliardi di euro di crediti in sofferenza messi in vendita da banche come Montepaschi, Unicredit e Banco popolare quest’anno e lo scarso interesse di fondi come Blackstone, Lone Star e Fortress. “più attivi in altri mercati europei colpiti duramente dalla crisi come Spagna e Irlanda”.

 


Fonte:

Ansa

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