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Recupero crediti, UNIREC contraria al disegno di legge per la riforma del settore

UNIREC, l’Associazione nazionale aderente a Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici e membro di FENCA, Federazione europea delle associazioni nazionali del comparto, rappresenta oltre l’85% del mercato italiano del recupero crediti. Vi sono iscritte aziende che impiegano oltre 15 mila addetti, che nel 2011 hanno lavorato oltre 38 milioni di pratiche, corrispondenti ad un affidato complessivo di circa 39 miliardi di euro.

«UNIREC è compatta e unita nel manifestare fortemente la propria contrarietà al disegno di legge dell’On. Maria Rosaria Rossi, oggi in votazione alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, che intende riformare, purtroppo peggiorandole, le regole per il nostro settore. » È quanto dichiara Gianni Amprino, Presidente di UNIREC dal maggio 2012.

Tale Disegno, pur essendo stato promosso dall’On. Maria Rosaria Rossi, moglie di un imprenditore con una delle più importanti aziende del comparto, non è stato condiviso adeguatamente con l’Associazione di categoria. Anche nella sua nuova versione, infatti non sono state accolte le modifiche proposte da UNIREC alla Commissione Giustizia durante l’audizione dell’aprile scorso.

«L’ipotesi di riforma sottrae al Ministero dell’Interno l’attuale vigilanza sul settore per affidarla al Ministero di Giustizia. Questa incomprensibile variazione, continua Amprino, annullerebbe quanto il Ministero dell’Interno, con il supporto delle nostra Associazione e delle altre parti interessate, ha fatto in questi anni per regolamentare, garantire l’efficienza e massima trasparenza al nostro settore, togliendo alle Questure il compito di vigilare sulle aziende e sulle modalità operative che impattano l’ordine pubblico. Il disegno di legge, inoltre, devolve ad un nuovo Organismo, che non rappresenta adeguatamente il comparto, il controllo e la regolamentazione dell’attività, senza che vi sia chiarezza su quali saranno i requisiti per accedere all’esercizio dell’attività. Insomma, un’iscrizione obbligatoria ma ”al buio”! »

Amprino ribadisce con forza anche i timori di tutta l’Associazione per gli effetti negativi che questo provvedimento avrà sull’occupazione: «Quello che temiamo in un momento di forte crisi e cambiamento, conseguente anche alla riforma del lavoro, è che il disegno di legge, per come strutturato, determini delle limitazioni sul mercato consentendo l’accesso a pochi operatori, con una contrazione dei volumi occupazionali esistenti (oggi oltre 15.000 addetti) che invece in questi anni, in assoluta controtendenza rispetto a quanto successo in Italia negli altri comparti, sono cresciuti sensibilmente. »

Le aziende ed i lavoratori del settore recupero crediti risolvono annualmente oltre un terzo dei crediti affidati in via stragiudiziale pari a circa 15 milioni di pratiche. Una riforma sbagliata rischia di far sparire il servizio e comporterà per i Tribunali e gli uffici del Giudice di Pace una incremento di lavoro ingestibile a danno della competitività del paese.

UNIREC chiede al Governo e ai Componenti della Commissione Giustizia che il disegno di legge venga bloccato e che possa avviarsi un confronto costruttivo con la nostra Associazione e con le altre parti sociali interessate per arrivare ad una Riforma condivisa.


Autore: UNIREC
Fonte:

UNIREC

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