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Confindustria: nel 2012 il calo più grave dei consumi dal dopoguerra

L’economia italiana resta in profonda recessione, e i segnali di inversione del ciclo sono ancora confusi. I consumi degli italiani subiranno quest’anno la flessione più grave dal dopoguerra: -3,2% procapite. L’anno prossimo torneranno ai livelli del 1997 con una frenata nella caduta che porterà i consumi a -1 per cento.

É l’allarme lanciato dal Centro studi di Confindustria nel suo ultimo rapporto “Le sfide della politica economica”, che prevede ancora il segno meno per l’economia nazionale nel 2013.

Pill, la flessione continua La stima sul Pil del Csc rimane infatti invariata per il 2012 rispetto a quella di giugno scorso, con una flessione del 2,4%, mentre quella del 2013 viene rivista al ribasso, con un Prodotto interno lordo in calo dello 0,6%; la precedente stima era di un -0,3% per il 2013, mentre ad aprile il governo ad aprile aveva stimato -1,2% nel 2012 e +0,5% nel 2013.

Economia, 7 trimestri di passi indietro «Siamo ancora in recessione», sottolinea il coordinatore del Rapporto, Luca Paolazzi, ripercorrendo gli indicatori che sottolineano i passi indietro dell’economia mondiale, «e i paesi emergenti rallentano la loro crescita». Anche il commercio mondiale «è in panne, in discesa. Non c’è una svolta dietro l’angolo, o una attenuazione della caduta, per l’Italia. Da noi, la caduta dell’economia è molto lunga, 7 trimestri consecutivi. Le famiglie tengono nella spesa per i servizi, e penalizzano l’acquisto di beni. Il Pil continua a scendere, anche se l’indicatore Ocsce ci dice che la caduta rallenta».

Emergenza occupazione Sul fronte del lavoro, «la disoccupazione in Italia è in crescita», fattore che «incide anche sul Pil potenziale del Paese». Come evidenzia il rapporto, in Italia in un anno, dal secondo trimestre 2011 al secondo trimestre 2012, i disoccupati sono cresciuti di 758mila unità. Il dato si spiega anche alla luce del fatto che sempre più persone sono in cerca di occupazione. «Se prendiamo i dati trimestrali – si legge nel documento – osserviamo che essendo l’occupazione rimasta pressoché stabile (-0,2% annuo nei dati grezzi e addirittura +27mila unità in quelli destagionalizzati) è il sostanzioso aumento della forza lavoro che è iniziato nel terzo trimestre del 2011 e che è arrivato a + 710mila unità in dodici mesi (+2,8%) che si è tradotto in, e insieme è spiegato da, un maggior numero di persone in cerca di impiego (+758mila ossia +38,9%)». Nel suo intervento in occasione della presentazione dello studio, il ministro del Lavoro Elsa Fornero chiarisce: «nei prossimi sei mesi lavorerò affinché l’apprendistato diventi la via normale per il mondo del lavoro». L’apprendistato, osserva, non è mai stato preso sul serio.


Autore: con un’analisi di Dino Pesole
Fonte:

Ilsole24ore.com

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