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Il redditometro si fa uno e trino

Il nuovo redditometro è uno e trino. Grazie a esso il fisco potrà fare selezione, accertamento e compliance dichiarativa. Non è soltanto duplice nella sua veste di strumento di accertamento, essendo costituito da due distinte tipologie quali il redditometro e il sintetico puro, ma è anche apposito strumento per la selezione e le analisi di rischio dell’evasione delle persone fisiche.

E’ quanto si ricava dalle dichiarazioni rilasciate ieri, dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, ai parlamentari della commissione finanze della Camera dei Deputati. “Sul redditometro stiamo lavorando – ha precisato Befera – preferisco ritardare un po’ ma avere un prodotto che mi dia la certezza di raggiungere l’obiettivo, cioè snidare l’evasione al di fuori del reddito d’impresa, delle persone fisiche”.

Quanto alla duplice azione del nuovo strumento, il numero uno delle Entrate ha precisato che il redditometro sarà usato sia per le attività di selezione sia per i successivi controlli. Le parole di Befera lasciano dunque intendere che anche il corrente mese di settembre, ultima data limite indicata per l’uscita del nuovo software, sarà superato senza particolari soprese e di conseguenza i contribuenti trasmetteranno al fisco anche la dichiarazione dei redditi 2011 senza poter verificare la tenuta dei loro redditi con le variabili redditometriche.

Ma torniamo alla versione selettiva del nuovo redditometro. Che l’accertamento sintetico del reddito delle persone fisiche dovesse essere sempre più condotto sulla base di specifiche analisi di rischio e di selezione finalizzate al miglioramento qualitativo dei risultati, era già stato esplicitato a chiare lettere nella circolare n.18/e del 31 maggio scorso.

In quel documento, dedicato agli indirizzi operativi per il periodo d’imposta 2012 in materia di prevenzione e contrasto all’evasione si era infatti più volte sottolineata la necessità di indirizzare gli accertamenti sintetici o con l’utilizzo del redditometro, verso le posizioni di contribuenti a maggior rischiosità fiscale e con i più evidenti scostamenti fra tenore di vita e redditi dichiarati. Ora le parole pronunciate ieri da Befera lasciano intravedere anche un possibile ulteriore risvolto, ovvero che il redditometro, così come avviene ormai per gli studi di settore, possa costituire soltanto un primo “screening” della posizione complessiva del contribuente che potrebbe poi subire anche altre tipologie di accertamento che non siano necessariamente quella desumibile dal nuovo tenore letterale dell’articolo 38 del Dpr 600/73.

Parole che confermano dunque come la strategia del fisco sia ormai a tutto tondo. Una sorta di tenaglia con la quale, grazie all’utilizzo della marea di informazioni che continuamente affluiscono in anagrafe tributaria, il fisco può stringere d’assedio il contribuente scegliendo poi, con tutta calma, quale sia lo strumento più utile da utilizzare nel suo caso specifico.

Il fisco, interpretando le parole del numero uno delle Entrate, vuole dunque mano libera nella scelta di quale metodologia accertativa utilizzare nei confronti dei contribuenti preoccupandosi unicamente che tale scelta sia il frutto di preventive ed il più possibile mirate analisi del rischio di evasione. L’architettura costruita attorno al nuovo accertamento sintetico costituita da una miriade di informazioni e trasmissioni telematiche – non ultima quella imminente relativa ai beni d’impresa concessi in godimento a soci e familiari – potrà dunque essere utilizzata anche per far scattare accertamenti di altra e diversa natura. E quali potrebbero essere tali ulteriori tipologie di accertamento?

Le indagini finanziarie, un accertamento da studio di settore quando il contribuente è titolare di redditi d’impresa e/o di lavoro autonomo, e così via. Se questo è dunque uno degli sviluppi futuri del nuovo redditometro resta da capire in quale misura e proporzione l’attività di selezione verrà utilizzata rispetto all’attività accertativa.

Tornando invece alla vera e propria stasi che caratterizza la predisposizione e l’uscita del nuovo software Redditest è ormai un dato di fatto che tale strumento non potrà più svolgere, almeno per il triennio 2009-2011, quella funzione di compliance dichiarativa che la stessa Agenzia delle Entrate rilevava con enfasi durante la presentazione ufficiale dello stesso alla stampa avvenuta ormai quasi un anno fa.


Autore: Andrea Bongi
Fonte:

Italiaoggi.it

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