Negli ultimi anni, le banche europee, e italiane in particolare, hanno registrato profitti eccezionali, grazie a un margine di interesse elevato, bassi costi operativi e ridotte necessità di accantonamenti sui crediti deteriorati . Tuttavia, dietro a questa crescita finanziaria si nasconde una questione cruciale per la sostenibilità a lungo termine del settore bancario: l’evoluzione dei crediti deteriorati e il loro impatto potenziale sui bilanci.
Nel primo semestre del 2024, le principali banche italiane hanno visto un incremento dei profitti pari al 18% rispetto allo stesso periodo del 2023, con un totale di oltre 13 miliardi di euro. Questo risultato è stato favorito principalmente da tre fattori: margini di interesse elevati, tenuta delle commissioni e costi ridotti, con un livello di accantonamenti per i crediti deteriorati eccezionalmente basso.
Tuttavia, la struttura di questo guadagno potrebbe essere messa in discussione nel prossimo futuro. La bassa incidenza dei NPL nei bilanci attuali delle banche è stata in gran parte dovuta alla resilienza economica post-pandemia e ai tassi di interesse favorevoli. Ma con la possibile riduzione dei tassi ufficiali e un rallentamento economico previsto, la pressione sui bilanci bancari potrebbe presto riemergere.
I crediti deteriorati rappresentano sempre un rischio strutturale per le banche. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni nel ridurre l’incidenza degli NPL, grazie anche a operazioni di cessione e cartolarizzazione, la loro gestione resta cruciale. Durante i periodi di crescita economica e con tassi di interesse favorevoli, la percentuale di prestiti in sofferenza tende a rimanere bassa, come osservato recentemente. Tuttavia, storicamente, ogni inversione di ciclo economico ha comportato un aumento significativo dei crediti deteriorati.
La dinamica che ha permesso finora di mantenere contenuti gli accantonamenti è legata principalmente alla lenta trasmissione della stretta monetaria sui tassi di interesse sui prestiti e ai depositi. Tuttavia, con la prospettiva di una riduzione dei tassi e un possibile rallentamento economico, i crediti deteriorati potrebbero tornare a crescere, con conseguenze importanti sui bilanci delle banche.
Gli accantonamenti sono le riserve che le banche mettono da parte per coprire potenziali perdite sui crediti deteriorati. Nel 2024, tali riserve sono rimaste basse, contribuendo in modo significativo all’aumento dei profitti. Ma come evidenziato dal Fondo Monetario Internazionale nel suo rapporto “Profitability in Europe: Not Here to Stay”, gli utili eccezionali delle banche sono destinati a ridursi non appena i tassi d’interesse caleranno e gli accantonamenti torneranno a crescere.
Infatti, i crediti deteriorati seguono tipicamente il ciclo economico con un certo ritardo. Durante i periodi di espansione economica, la qualità del credito tende a migliorare, con una conseguente riduzione delle necessità di accantonamenti. Tuttavia, in una fase di rallentamento economico o recessione, il deterioramento dei prestiti può portare a un aumento significativo delle sofferenze, costringendo le banche a rafforzare le riserve, erodendo così i profitti.
Le banche italiane, negli ultimi anni, hanno compiuto progressi significativi nella riduzione dei rischi legati ai crediti deteriorati, attraverso operazioni di dismissione e una gestione più efficiente. Tuttavia, il contesto attuale suggerisce che il settore non dovrebbe abbassare la guardia. In particolare, un brusco cambiamento delle condizioni economiche e un improvviso peggioramento del quadro congiunturale potrebbero invertire rapidamente i miglioramenti ottenuti, portando a un aumento degli NPL.
Nonostante l’euforia per i risultati straordinari registrati, è essenziale che le banche continuino a monitorare attentamente la qualità del credito nei loro portafogli. La gestione prudente dei crediti deteriorati sarà cruciale per mantenere la solidità finanziaria in un contesto economico incerto.
Sebbene le banche europee e italiane stiano beneficiando di una fase di elevata redditività, i rischi legati ai crediti deteriorati restano una minaccia latente. Il futuro prossimo potrebbe vedere un’inversione di tendenza nei profitti, man mano che i tassi di interesse inizieranno a scendere e gli accantonamenti sui crediti deteriorati torneranno a salire. La capacità delle banche di affrontare questi cambiamenti determinerà in larga misura la loro resilienza e stabilità a lungo termine.
Negli ultimi anni, le banche europee, e italiane in particolare, hanno registrato profitti eccezionali, grazie a un margine di interesse elevato, bassi costi operativi e ridotte necessità di accantonamenti sui crediti deteriorati . Tuttavia, dietro a questa crescita finanziaria si nasconde una questione cruciale per la sostenibilità a lungo termine del settore bancario: l’evoluzione dei crediti deteriorati e il loro impatto potenziale sui bilanci.
Nel primo semestre del 2024, le principali banche italiane hanno visto un incremento dei profitti pari al 18% rispetto allo stesso periodo del 2023, con un totale di oltre 13 miliardi di euro. Questo risultato è stato favorito principalmente da tre fattori: margini di interesse elevati, tenuta delle commissioni e costi ridotti, con un livello di accantonamenti per i crediti deteriorati eccezionalmente basso.
Tuttavia, la struttura di questo guadagno potrebbe essere messa in discussione nel prossimo futuro. La bassa incidenza dei NPL nei bilanci attuali delle banche è stata in gran parte dovuta alla resilienza economica post-pandemia e ai tassi di interesse favorevoli. Ma con la possibile riduzione dei tassi ufficiali e un rallentamento economico previsto, la pressione sui bilanci bancari potrebbe presto riemergere.
I crediti deteriorati rappresentano sempre un rischio strutturale per le banche. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni nel ridurre l’incidenza degli NPL, grazie anche a operazioni di cessione e cartolarizzazione, la loro gestione resta cruciale. Durante i periodi di crescita economica e con tassi di interesse favorevoli, la percentuale di prestiti in sofferenza tende a rimanere bassa, come osservato recentemente. Tuttavia, storicamente, ogni inversione di ciclo economico ha comportato un aumento significativo dei crediti deteriorati.
La dinamica che ha permesso finora di mantenere contenuti gli accantonamenti è legata principalmente alla lenta trasmissione della stretta monetaria sui tassi di interesse sui prestiti e ai depositi. Tuttavia, con la prospettiva di una riduzione dei tassi e un possibile rallentamento economico, i crediti deteriorati potrebbero tornare a crescere, con conseguenze importanti sui bilanci delle banche.
Gli accantonamenti sono le riserve che le banche mettono da parte per coprire potenziali perdite sui crediti deteriorati. Nel 2024, tali riserve sono rimaste basse, contribuendo in modo significativo all’aumento dei profitti. Ma come evidenziato dal Fondo Monetario Internazionale nel suo rapporto “Profitability in Europe: Not Here to Stay”, gli utili eccezionali delle banche sono destinati a ridursi non appena i tassi d’interesse caleranno e gli accantonamenti torneranno a crescere.
Infatti, i crediti deteriorati seguono tipicamente il ciclo economico con un certo ritardo. Durante i periodi di espansione economica, la qualità del credito tende a migliorare, con una conseguente riduzione delle necessità di accantonamenti. Tuttavia, in una fase di rallentamento economico o recessione, il deterioramento dei prestiti può portare a un aumento significativo delle sofferenze, costringendo le banche a rafforzare le riserve, erodendo così i profitti.
Le banche italiane, negli ultimi anni, hanno compiuto progressi significativi nella riduzione dei rischi legati ai crediti deteriorati, attraverso operazioni di dismissione e una gestione più efficiente. Tuttavia, il contesto attuale suggerisce che il settore non dovrebbe abbassare la guardia. In particolare, un brusco cambiamento delle condizioni economiche e un improvviso peggioramento del quadro congiunturale potrebbero invertire rapidamente i miglioramenti ottenuti, portando a un aumento degli NPL.
Nonostante l’euforia per i risultati straordinari registrati, è essenziale che le banche continuino a monitorare attentamente la qualità del credito nei loro portafogli. La gestione prudente dei crediti deteriorati sarà cruciale per mantenere la solidità finanziaria in un contesto economico incerto.
Sebbene le banche europee e italiane stiano beneficiando di una fase di elevata redditività, i rischi legati ai crediti deteriorati restano una minaccia latente. Il futuro prossimo potrebbe vedere un’inversione di tendenza nei profitti, man mano che i tassi di interesse inizieranno a scendere e gli accantonamenti sui crediti deteriorati torneranno a salire. La capacità delle banche di affrontare questi cambiamenti determinerà in larga misura la loro resilienza e stabilità a lungo termine.