Banche, Originator e Imprese Dalla Redazione Investor, servicer e debt buyer NPL e crediti deteriorati

illimity, rumors su una modifica della strategia in corso d’anno

Secondo indiscrezioni riportate dal quotidiano Milano Finanza illimity starebbe considerando una modifica nella propria strategia volte a ridurre il focus sui crediti deteriorati per dedicarsi in misura maggiore al lending corporate e PMI. Tra le opzioni che l’istituto fondato e guidato da Corrado Passera starebbe considerando ci potrebbe essere anche una dismissione parziale di alcuni portafogli NPE  acquistati negli ultimi anni.

Progetti in esame e nuovi indirizzi strategici

L’acquisto e gestione dei crediti non performing ha rappresentato un elemento fondamentale per questo istituto fin dal principio anche in virtù della presenza come Co-Fondatore di Andrea Clamer, in precedenza responsabile NPL di Banca IFIS e nei primi anni di attività la banca è stata molto  attiva in questo settore, partecipando a tutte le principali gare per la vendita di crediti deteriorati.

Più di recente a livello di sistema si registra una fase di rallentamento e ristrutturazione all’interno del comparto legata alla conclusione del processo di riduzione dei crediti deteriorati nei bilanci bancari. Con riferimento a questo istituto un altro elemento da considerare riguarda le regole di calendar provisioning introdotte dalla BCE che rendono più oneroso il mantenimento in bilancio di crediti non performing per gli operatori dotati di licenza bancaria.

Il nuovo piano industriale

La nuova impostazione strategica potrebbe essere inclusa all’interno del piano industriale che, secondo Milano Finanza, sarà presentato dopo la semestrale. Gli investimenti in esposizioni non performing, che già oggi sono stati ridotti al 7% dei total assets, potrebbero diminuire ulteriormente liberando risorse da impiegare verso altre tipologie di attivi come factoring, finanza strutturata e special situations.

Alcuni segnali del nuovo corso avviato dall’istituto possono essere desunti anche da risultati dell’ultima trimestrale: nei primi nove mesi del 2023 il margine di intermediazione è cresciuto del 21% arrivando a  282 milioni e il margine di interesse è aumentato del 27% raggiungendo i 147,7 milioni.

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