Credito e consumatori Dalla Redazione Investor, servicer e debt buyer NPL e crediti deteriorati

Recupero crediti, Rapporto UNIREC: nel 2022 cifra record di 200 miliardi di crediti affidati, ma la redditività del settore resta ferma

Il 2022 ha registrato la cifra record di 200 miliardi di crediti affidati per il recupero alle imprese associate a UNIREC, circa 40 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Anche la crescita degli importi subisce una forte accelerazione, attestandosi a +26%, rispetto al 7% del 2021, ritornando ai livelli registrati prima della pandemia. Tuttavia, tale aumento delle masse è eterogeno e non sembra riflettersi nella crescita della redditività delle aziende del settore a causa di una generale minor qualità del credito.
E’ quanto emerge dal XIII Rapporto annuale con i dati di settore presentato oggi a Roma in occasione del convegno annuale di UNIREC- Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito “Gli scenari del credito tra gestione dei rischi e potenzialità di recupero”, che ha segnato l’esordio del nuovo Presidente Marcello Grimaldi, eletto ieri nel corso dell’Assemblea dei soci per il biennio 2023-2025. (l’intervista realizzata da Credit Village a poche ore dalla sua elezione)
Tornando ai dati di settore, il Rapporto evidenzia come il 2022 sia stato caratterizzato da tendenze contrapposte: a fronte di una diminuzione dei portafogli gestiti in Conto Proprio, sempre più marginali rispetto al totale, è stata osservata una significativa crescita delle masse in Conto Terzi, con un aumento dei volumi di quasi il 50%, che hanno raggiunto la cifra record di 160 miliardi di euro rispetto ai 106 miliardi del 2021, e rappresentano ormai l’80% del totale dei crediti affidati.
A farla da padrona sono gli importi rappresentativi di situazioni in cui il credito è affidato da un soggetto terzo rispetto a chi lo ha concesso (come ad esempio i fondi), che rappresentano circa il 67% di tutto il Conto Terzi, pari a 106 miliardi di euro (in forte crescita rispetto ai 57 miliardi del 2021). Questo dato rileva il peso sempre maggiore di investitori nel settore ed è probabilmente dovuto al fatto che nel 2022 c’è stata l’assegnazione delle gare di appalto sui portafogli supportati dal sostegno pubblico delle GACS.

Guardando ai portafogli gestiti in Conto Terzi, il 52% degli importi è relativo al Business to Consumer che quest’anno sorpassa il Business to Business. Gi importi recuperati si attestano a 15,6 miliardi di euro con un aumento del 37% rispetto agli 11,3 miliardi del 2021. La performance media, intesa come percentuale di recupero sul totale, rimane solida seppur in diminuzione, attestandosi al 10% (-1% rispetto al 2021). Ma questo dato varia notevolmente a seconda che si tratti di lavorazioni in Conto Terzi Originator o Cessionario: nel primo caso, quando il committente è colui che ha originato il credito, la performance media raggiunge il 23%, mentre nel secondo caso scende al 3% perché si tratta di situazioni più complesse e consolidate nel tempo.

Ad aumentare notevolmente è anche il ticket medio dei crediti affidati che si attesta a 3.619 euro, di oltre un terzo superiore rispetto al 2021, per effetto del maggior peso sul totale del Conto Terzi Cessionario che tipicamente tratta importi maggiori e dove prevalgono crediti di origine bancaria e finanziaria con un ticket medio di 6.693 euro. Tendenzialmente anche nel Conto Terzi Originator il valore medio sale a 1.893 euro (+28%).

I dati relativi all’ultimo triennio (2020-2022) indicano che, nonostante un forte aumento delle masse, le performance restano stabili sia in termini di pratiche che di importi in alcuni comparti, come bancario, utility e telco. In altri settori, come quello finanziario, le performance mostrano un calo dal 18% al 12%, e nel settore della Pubblica Amministrazione si registra un calo dei risultati dal 59% al 37%. A migliorare sono le performance del settore assicurativo che crescono dall’11% del 2021 al 23% attuale.

Gli importi affidati in Conto Terzi Originator superano i 53 miliardi di euro e in termini di numero di pratiche si conferma al primo posto il settore delle utility con il 37% del totale (-8% rispetto al 2021) seguito dal settore finanziario (31% in aumento del 11%) e da quello bancario (20% del totale, in aumento del 6%). Quanto agli importi affidati è il settore bancario che mantiene un peso preponderante (42% degli importi affidati, in diminuzione del 2%) seguito da quello finanziario (30%, segnando un +10% rispetto al 2021). Le pratiche relative alle utility sono pari a 8,5 miliardi di euro, in aumento del 42% rispetto al 2021, probabilmente a causa dell’aumento del costo dell’energia. Anche il ticket medio di questa categoria è quasi raddoppiato rispetto al 2021 raggiungendo gli 811 euro. In parallelo si osserva un dimezzamento del valore delle pratiche relative al leasing (pari ad un totale di 1,7 miliardi di euro) ma un raddoppio per numero e una lieve diminuzione del ticket medio del settore bancario e finanziario (pari rispettivamente a 4mila e 2mila euro).
Il 71% delle pratiche in Conto Terzi Originator relative al settore bancario è nella fase pre-dbt (posizioni che conservano il beneficio del termine) con performance pari al 92%. A livello di performance sugli importi è il settore finanziario (38%) che ha ottenuto il miglior risultato, seguito da quello delle utility (27%) e dal bancario (21%).
Per quanto riguarda il Conto Terzi Cessionario, spesso relativo a pratiche oggetto di precedenti incarichi di recupero, il 63% degli importi riguarda pratiche del settore bancario, ma cresce molto il settore utility con oltre 8 milioni di pratiche per 7,4 miliardi di euro (il doppio rispetto al 2021) e una performance stabile al 5%.
Lo stock dei portafogli in Conto Proprio ammonta a 41 miliardi di euro, con una diminuzione del 24% rispetto al 2021. Le aziende attive nel settore nel 2022 hanno acquistato crediti per 4 miliardi di euro (- 60% rispetto al 2021), incassando circa il 16% di tale controvalore (il doppio rispetto al 2021). La percentuale di attività definite, per cui è stato raggiunto un accordo di rientro con il debitore, è scesa al 2,25% rispetto al circa 5% dello scorso anno. Il ticket medio è pari a oltre 5.600 euro. In questo caso i portafogli di crediti di provenienza bancaria rappresentano il 47% degli importi e quelli di origine finanziaria il 22%. La categoria “Altri Fondi” rappresenta il 23% degli importi e identifica principalmente il c.d “mercato secondario”.

A livello territoriale, considerando il Conto Terzi, il 43% dei crediti affidati si concentra in quattro regioni principali: Lombardia (15%, rispetto al 18% dell’anno precedente), Lazio (10,6%, rispetto all’11%), Campania (9,4%, rispetto al 10%) e Sicilia (stabile all’8%). Emilia-Romagna, Toscana e Veneto mostrano un aumento del peso degli importi affidati, ma non abbastanza significativo da modificare la loro percentuale sul totale. Questa distribuzione territoriale è sostanzialmente simile a quella riscontrata nel portafoglio in Conto Proprio.

Riguardo alla tipologia di lavorazione, il Conto Terzi mostra una prevalenza nell’utilizzo della modalità Phone Collection, che rappresenta il 52% degli importi. Il Master Legal viene invece utilizzato nel 26% dei casi. Sono diminuiti del 14,6% gli addetti alla Home collection (-448 unità). Per quanto riguarda il Conto Proprio, la modalità più utilizzata rimane il Master Legal, che copre il 43% del totale, soprattutto per operazioni di importo più elevato e vicine ai 30.000 euro. Importante il ruolo crescente nell’Industry degli Special Servicer che svolgono attività di recupero sui portafogli NPE.

Il rapporto illustra dunque un settore in profondo cambiamento anche se resiliente: si evidenzia una diminuzione di 35 unità rispetto al 2021, per un totale di 1.018 aziende (-3%). Tale contrazione riguarda in gran parte i non associati UNIREC ed esclusivamente società a responsabilità limitata. I ricavi totali del comparto nel 2021 si attestano a quasi 2,3 miliardi di euro segnando un +42% rispetto al 2020, tuttavia il dato non si riflette nella marginalità. La redditività del settore può essere evidenziata dalla remunerazione residuale per il capitale proprio ottenuta per ciascuna unità di fatturato; nel 2021 tale valore medio diminuisce al 9,8% (era il 14,0% l’anno precedente) con grandi scarti a seconda della dimensione dell’azienda. La minore redditività mostrata dalle imprese di maggiori dimensioni è da imputare al venir meno di componenti reddituali positive straordinarie registrate nel recente passato. Infine, dall’analisi sono emersi valori di concentrazione simili rispetto al passato con le prime 100 aziende che producono l’89% dei ricavi totali.

Passando il testimone a Grimaldi, il Presidente uscente Francesco Vovk ha commentato: “Numerose sono le sfide che attendono il comparto, su tutte il recupero della marginalità che negli ultimi anni è stata messa a dura prova, nonostante il settore continui ad essere capace di risultati importanti a vantaggio di tutti gli stakeholder di sistema. Oggi si conclude il mio secondo mandato consecutivo come presidente di questa associazione, che cresce e rappresenta quasi l’80% del settore. È con piacere che do il benvenuto a Marcello Grimaldi, il quale guiderà UNIREC nei prossimi due anni, continuando a dare sostegno alle imprese del comparto per navigare i cambiamenti”.