Dalla Redazione Investor, servicer e debt buyer

Credit collection, il 2023 sarà l’anno degli UTP

Intervista a Ferdinando Brandi, Amministratore Unico di Collextion Holding

 

Che periodo stiamo vivendo, per l’economia in generale e per il settore della collection in particolare?

F.B. Se volgiamo lo sguardo al recente passato, ci rendiamo conto che il mercato degli NPL era appena nato. In qualche anno ha raggiunto importanti livelli sia per volumi che per il numero di operatori che ne fanno parte.

La dimensione raggiunta dal settore è tale per cui oggi ci sembra normale parlare di grandi operazioni che coinvolgono grossi player. In questa situazione le banche hanno via via maturato la convinzione che gestire esternamente questa tipologia di crediti fosse la strategia più conveniente.

Nel mentre si è sviluppato un nuovo mercato, quello degli UTP, che si differenzia in modo significativo dagli NPL in primis dal punto di vista del tipo di rapporto sottostante. Nel caso degli UTP, infatti, il rapporto con il cliente, che sia un privato o un’azienda, è un rapporto ancora vivo perché magari c’è un mutuo o un finanziamento in essere e la gestione di queste posizioni richiede una relazione di lungo periodo. Non a caso le prime due Banche Italiane hanno sottoscritto accordi di lunga durata per la gestione degli UTP. Accordi che a questo punto definirei di partnership piuttosto che di erogazione di un servizio.

Guardi in pratica si sta passando dal Credit Recovery al Customer Recovery e non è solo un modo differente di chiamare la stessa cosa: è una differenza sostanziale.

Di conseguenza la banca sta continuando ad esternalizzare la gestione di questi crediti, ma è ben consapevole che si tratta di portafogli da gestire con una maggiore cura relazionale rispetto a quelli costituiti esclusivamente da posizioni NPL.

Come si evolverà il rapporto tra banche e servicer e, di conseguenza, tra master servicer e sub-servicer? Quali sono i punti di forza su cui puntare?

F.B. Le banche continueranno ad esternalizzare l’attività di recupero di questi crediti, ma rispetto agli UTP avranno delle accortezze maggiori. Ripeto, la tendenza è quella di concentrarsi verso un rapporto di collaborazione e partnership che va ben oltre il semplice rapporto con un qualsiasi fornitore di servizi. Per quanto riguarda il gruppo Collextion la situazione è già questa da diversi anni poiché abbiamo sempre lavorato con la PA e siamo quindi abituati ad avere un rapporto basato su una maggiore continuità e su un approccio che tende a mettere a fattor comune le competenze di tutti per raggiungere l’obiettivo finale. Siamo pronti a mettere questo know-how a disposizione di questa nuova tipologia di clienti. Il mercato degli UTP subirà una fortissima crescita e i sub-servicer dovranno essere sempre più specializzati per presentarsi come partner seri ed affidabili con cui costruire rapporti duraturi e lungimiranti basati sulla qualità del servizio e sulla stabilità delle relazioni. I servicer che fanno un buon lavoro potranno sicuramente contare su una maggiore stabilità dei mandati ed avranno ricadute positive su tutta la filiera. Questo circolo virtuoso permetterà di generare maggior valore per l’intero settore, migliorandone i processi interni.

Per concludere un bilancio su come si è chiuso il 2022 e una previsione sul 2023 appena iniziato?

F.B. Per quanto riguarda il 2022 possiamo dire che per l’industry del recupero crediti si è chiuso un ottimo anno in cui si sono compiute grosse operazioni nel mercato dei crediti NPL e si sono viste le prime transazioni per il mercato degli UTP. Nel 2023 mi aspetto un mercato che da una parte dovrà gestire i grossi portafogli di NPL e dall’altra vedrà nuove grandi operazioni di UTP. A tal proposito, però, credo che il Governo dovrà essere lungimirante ed affrontare in maniera prospettica il fenomeno degli UTP. Dovrà guardare con attenzione alle garanzie rilasciate in favore delle imprese intervenendo per limitare il più possibile che, alla luce delle nuove difficoltà economiche legate all’inflazione e al caro energia, la maggior parte delle posizioni si trasformino in NPL.

ARTICOLO PUBLIREDAZIONALE