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Mercato immobiliare alberghi 2022: quali sono le prospettive per il futuro con il caro energia?

Sembra avviarsi una stagione invernale a due facce per il comparto alberghiero italiano. Che, come asset immobiliare, fa sempre più gola ai fondi.

Qual è il rischio? Lasciare indietro migliaia di attività ancora a carattere familiare, alle prese con il caro bolletta.

I dati sull’immobiliare commerciale 2022

Rispetto al primo punto, quello degli investimenti, Cbre ha appena pubblicato i dati relativi ai deal dei primi 9 mesi dell’anno sull’immobiliare commerciale.

In Italia, il volume di investimenti è stato di 9,1 miliardi di euro, in crescita del 60% sullo stesso periodo del 2021.

L’asset class Hotels supera il miliardo di euro da gennaio, 370 milioni nel terzo trimestre. L’interesse degli investitori verso questo settore è alimentato dall’ottimo recupero delle performance alberghiere registrato durante la stagione estiva, in particolare per il segmento leisure e nel segmento resort. L’attività di sviluppo in essere nel settore lusso ed extra lusso e le aperture di catene alberghiere internazionali di questa fascia fanno sperare in una pipeline di investimenti ambiziosa per i prossimi 12/18 mesi”, specifica il report.

In effetti, si tratta di un trend avviato da tempo, che si conferma. Sono in tanti i soggetti a mettere gli occhi sui palazzi più iconici del Belpaese.

Immobili commerciali 2022: quali sono gli investimenti più recenti

Solo per segnalare alcune delle operazioni più recenti, lo storico palazzo Marini a Roma è stato venduto di recente dall’immobiliarista Sergio Scarpellini, per 165 milioni di euro, a un fondo gestito da Dea Capital, sottoscritto dagli americani di Fort Partners.

Dopo un lavoro di riqualificazione, entrerà a far parte della prestigiosa catena internazionale Four Seasons, che attualmente è controllata con una quota di maggioranza da Bill Gates.

La famosa catena di alberghi già messo le mani su un altro pezzo da novanta, lo storico hotel Danieli di Venezia, anche questo sottoposto a riqualificazione, pronto ad aprire sotto il brand Four Seasons probabilmente nel 2025.

Prima, nel 2023, è attesa l’apertura del nuovo Bulgari Hotel, sempre a Roma.

Restando sul lido di Venezia, il gruppo alberghiero London and Regional Group Hotel Holdings ha acquistato da Coima Sgr la proprietà dello storico hotel 5 stelle lusso “Hotel Excelsior” di Venezia.

Non fa parte del segmento lusso, ma dimostra l’impegno delle grandi catene sull’Italia, il nuovo NH Collection CityLife da poco aperto a Milano. Dopo cinque anni di lavori e un investimento di 50 milioni di euro, è il dodicesimo albergo a marchio NH nel capoluogo lombardo. Di recente, è passato di mano un gioiello di Cortina d’Ampezzo, il Bellevue Suites & Spa, acquisito da Prodea Investments e da Invel Real Estate, attraverso un fondo chiuso.

I francesi di Perial, invece, hanno acquistato il 5 stelle Almar Jesolo Resort & Spa a Jesolo, ceduto da Castello Sgr.  

Investimenti immobiliari nel settore hotel di lusso: i pro e i contro

Questa attività, messa in campo da operatori istituzionali e con larga disponibilità di liquidi provenienti dalla finanza, nasconde almeno due rovesci della medaglia.

In primo luogo, riguarda quasi sempre solo la fascia alta, o altissima, ddel mercato immobiliare alberghiero.

Infine, come indicano numerosi report, oltre i due terzi di tutti gli investimenti riguardano soltanto le piazze di Roma e Milano.

Gli alberghi medio-piccoli e a conduzione familiare: qual è la situazione?

Accanto a questo mondo “dorato”, c’è un patrimonio sterminato da attività ricettive che ha senz’altro goduto di un’estate con ottimi numeri. Ora, potrebbe vedere grigio in vista dell’inverno e del caro energia che interesserà tutte le fasce della popolazione e delle imprese.

Ha fatto clamore, in Puglia, la decisione di Caroli Hotels, società con in mano cinque strutture tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca, che ha comunicato lo stop alle prenotazioni e l’interruzione dei servizi, stritolata dal caro bollette.

Nello specifico, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una fattura da pagare da mezzo milione di euro.

Il caso degli alberghi del Salento non sarà l’unico e nel prossimo mese ne vedremo tanti altri”, ha commentato sconsolato Bernabò Bocca, presidente nazionale di Federalberghi.

Gli ha fatto subito eco, questa volta dalla montagna, Manfred Pinzger, presidente dell’unione degli albergatori dell’Alto Adige. Gli hotel della regione dichiarano che la stagione sciistica non è a rischio. Eppure, nella migliore delle ipotesi, i servizi ai clienti potrebbero essere ridotti, per esempio chiudendo alcune aree come saune e piscine, che richiedono un alto dispendio di energia. Soprattutto, ha detto Pinzger, gli alberghi distanti dagli impianti di risalita, non direttamente collegati al turismo della neve, faranno davvero i conti per capire se sia conveniente aprire o se i costi supererebbero i ricavi.

Il valore del patrimonio immobiliare degli hotel italiani: lo studio

Secondo uno studio recente, il Real Estate Hotel Value (condotto da World Capital Group) il valore del patrimonio immobiliare degli hotel italiani ammonta a 116 miliardi di euro.

Il report evidenzia come parte degli investimenti inizi anche a concentrarsi su destinazioni non core, da Genova a Trieste, passando per Bari.

Sono volumi ancora ridotti, considerando che in tutto il Paese si contano oltre 33.000 alberghi, quasi la metà dei quali sono “tre stelle” spesso di piccole dimensioni, fortemente legati ai periodi di alta stagione, e che avrebbero bisogno in primo luogo di ristrutturazioni per poter tentare di rilanciarsi su una fascia più alta.

Questo gli consentirebbe, magari, di riuscire ad allungare la stagione turistica, oltre i mesi tradizionali dell’estate, o del periodo natalizio.

Fonte: Immobiliare.it