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Cambia ancora il calendario per i pagamenti delle cartelle

Il calendario della riscossione è ancora all’insegna dell’emergenza. La lunga e faticosa fuoriuscita dal “fisco anticrisi” che ha accompagnato le varie fasi della pandemia ha visto un altro passaggio chiave con l’approvazione al Senato in prima lettura, giovedì scorso, del decreto Sostegni-ter (ora il testo attende l’ok definitivo della Camera entro fine mese). L’ampia convergenza da Fratelli d’Italia alle forze di maggioranza ha permesso il ripescaggio di 532mila contribuenti decaduti dalle due sanatorie sulle cartelle (rottamazione-ter e saldo e stralcio), per aver saltato le rate inizialmente dovute per il 2020 e 2021 e più volte prorogate proprio a causa dell’emergenza Covid.

Il calendario della riscossione ne esce completamente rimodulato, a distanza di poco più di due settimane dal precedente (ultimo) intervento con la legge di conversione del Milleproroghe, che ha consentito di richiedere il pagamento dilazionato dei debiti iscritti a ruolo a chi aveva già perso questa possibilità prima del periodo di sospensione Covid (8 marzo 2020 per la maggior parte d’Italia e 21 febbraio 2020 per i centri delle prime zone rosse).

Le nuove date

Per rottamazione-ter e saldo e stralcio si è scelta la formula di diversificare su tre scadenze gli arretrati:

entro il 2 maggio (perché il 30 aprile è sabato e il 1° maggio è festivo) vanno pagate le rate 2020;

entro il 1° agosto (il 31 luglio è domenica) le rate inizialmente dovute nel 2021;

entro il 30 novembre tutte le rate del 2022.

In tutti e tre i casi, i contribuenti potranno avvalersi della regola dei cinque giorni di tolleranza successivi alla scadenza per saldare il conto. Chi non ce la farà, però, incapperà nella decadenza e non potrà chiedere nessun tipo di rateazione: in pratica, si troverà a dover pagare tutto il debito residuo, a cui poi si torneranno a sommare anche sanzioni e interessi. È proprio quest’ultimo meccanismo, peraltro, ad aver generato una continua rincorsa alla riammissione dei contribuenti decaduti, nella consapevolezza che chi non è riuscito a pagare le somme ridotte e dilazionate ben difficilmente potrà saldare l’intero debito. A maggior ragione in un periodo di difficoltà economica per tante imprese e famiglie.

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Fonte: Il Sole 24 Ore

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