Dalla Redazione

DBRS giudizio positivo su Fondo Centrale di Garanzia

In un report di recente pubblicazione, l’agenzia di Rating DBRS Morningstar ha dichiarato di considerare lo strumento del Fondo Centrale di Garanzia come un fattore di credito positivo, che fornisce un beneficio sociale al settore italiano delle PMI. Tuttavia, la presenza della garanzia non implica necessariamente un miglioramento del rating, in quanto altri fattori potrebbero rivelarsi più determinanti e differire da transazione a transazione. Come tale, DBRS Morningstar continuerà ad analizzare i meriti della garanzia nel contesto di ogni transazione e delle sue caratteristiche strutturali.

Breve Storia dello strumento

Molti governi europei hanno istituito schemi di garanzia volti a fornire un sostegno di liquidità alle piccole e medie imprese (PMI) e a facilitare il loro accesso al credito, che altrimenti non sarebbe accessibile per mancanza di garanzie sufficienti. Tipicamente, questi schemi trasferiscono parte del rischio di credito dal settore bancario privato ai governi, agendo come uno strumento per mitigare efficacemente le perdite legate al credito per le banche, sostenendo e incoraggiando al contempo il prestito all’economia reale, in particolare dopo uno shock esterno come la pandemia del Coronavirus (COVID-19).

Il Ministero dello Sviluppo Economico italiano aveva introdotto il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI (CGF o il Fondo) con la legge n. 662/1996, ma lo strumento è stato poi concretamente attivato solo dal 2000. Il Fondo è gestito dalla Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale (MCC), una banca i cui scopi principali sono sostenere gli investimenti nel Sud Italia e facilitare l’accesso al credito delle PMI. MCC è interamente posseduta e controllata da Invitalia S.p.A. (Invitalia), l’Agenzia Nazionale per gli Investimenti e lo Sviluppo Economico, che è a sua volta parte del Ministero dell’Economia italiano. Mentre il CGF è stato attivo per oltre 20 anni, il governo italiano ha recentemente ampliato il suo scopo in risposta al coronavirus. Il governo ha introdotto queste misure con i decreti legge n.18 del 17 marzo 2020 e n.23 dell’8 aprile 2020, i cosiddetti decreti “Cura Italia” e “Liquidità”. I decreti si applicavano inizialmente fino al 31 dicembre 2020, ma il loro campo di applicazione si è esteso nell’ambito della Legge di Bilancio 2021.

Dal 23 settembre 2021, a seguito della pubblicazione del decreto “Sostegni bis”, il potenziamento temporaneo è destinato a rimanere in vigore fino al 31 dicembre 2021. La domanda di prestiti garantiti dalla CGF è aumentata drasticamente dopo l’inizio della pandemia di coronavirus, con circa 124,4 miliardi di euro di finanziamenti garantiti dallo Stato concessi nel corso del 2020 e 56,0 miliardi nei primi due trimestri del 2021. 1DBRS Morningstar ritiene che lo schema CGF abbia un impatto sociale positivo per le PMI italiane in quanto agisce come supporto di liquidità alla loro attività imprenditoriale e per il settore bancario come mitigatore del rischio di credito.

Come funziona il Fondo

La garanzia è tipicamente disponibile per le PMI, i professionisti e i consorzi regolarmente registrati in Italia, con un massimo di 249 dipendenti e fino a 50 milioni di euro di ricavi, escluse le società che operano nel settore finanziario. Il Fondo copre le obbligazioni finanziarie ammissibili a medio-lungo termine (36 mesi o più) che finanziano direttamente l’attività del soggetto garantito, fino all’80% dell’importo finanziato e fino a 2,5 milioni di euro per mutuatario. Il meccanismo può funzionare sia direttamente che indirettamente, il che significa che il CGF può potenzialmente coprire la garanzia concessa da un terzo, generalmente un intermediario finanziario o un consorzio di garanzia dei prestiti (Confidi).

La garanzia è escutibile a prima richiesta e viene normalmente richiesta direttamente dal finanziatore/garante originario, che ne gestisce la richiesta e la inoltra al Fondo in presenza di determinati requisiti (es. presentazione degli ultimi due bilanci certificati). Infine, la garanzia può essere concessa solo per coprire le perdite di credito derivanti da finanziamenti non garantiti (prestiti che beneficiano di altri tipi di pacchetti di sicurezza, come i prestiti garantiti da ipoteca, che non possono accedere al regime).Il verificarsi di eventi specifici (ad esempio, il numero di mesi di arretrati o l’insolvenza del mutuatario) fa scattare la garanzia. Il prestatore monitora attentamente gli eventi, che dovrebbero essere comunicati al Fondo in modo tempestivo.

DBRS Morningstar si aspetta tipicamente che l’originator abbia implementato politiche e procedure per monitorare tali eventi e tipicamente discuterà tali politiche e procedure come parte della revisione del rischio operativo. Il potenziamento temporaneo Tra le iniziative che il governo italiano ha attuato per far fronte alle conseguenze economiche sfavorevoli della pandemia di coronavirus, il potenziamento del CGF tramite i decreti “Cura Italia” e “Liquidità” è particolarmente rilevante. I principali cambiamenti comprendevano, ma non solo, una procedura di richiesta più rapida, una copertura di garanzia più alta e una gamma più ampia di beneficiari. Il governo ha introdotto i seguenti cambiamenti:

  • La garanzia fu resa completamente gratuita.
  • La copertura è stata prima aumentata al 90%, poi ridotta all’80% da luglio 2021 per i prestiti con scadenza fino a otto anni e con l’importo massimo garantito per singolo mutuatario aumentato a 5,0 milioni di euro.
  • Per i prestiti fino a 30.000 euro e con una scadenza massima di 10 anni (15 anni da luglio 2021), la copertura è prima aumentata al 100%, poi ridotta al 90% da luglio 2021. Il finanziamento totale non può superare il 25% delle entrate totali dell’azienda o il doppio dei costi salariali annuali. L’approvazione automatica è concessa per prestiti fino a 30.000 euro.
  • Il limite del numero di dipendenti è aumentato a 499 da 249
  • La copertura per tutte le altre operazioni di finanziamento è rimasta all’80% per le garanzie dirette ed è aumentata al 90% per le garanzie indirette.

Non sorprende che questi recenti cambiamenti, uniti alla ricerca da parte delle PMI di nuova liquidità in un contesto economico difficile, abbiano causato un aumento della domanda di prestiti garantiti da CGF.

DBRS Morningstar ha notato un numero crescente di nuove operazioni di collateralised loan obligations (CLO) per le PMI in cui il portafoglio cartolarizzato comprende in gran parte prestiti garantiti da CGF. Dal punto di vista della vigilanza, abbiamo notato un forte aumento dei livelli di prepagamento in tutto l’universo delle operazioni CLO PMI italiane in essere, che riguarda in particolare la parte non garantita dei portafogli, molto probabilmente perché i mutuatari stanno prepagando i prestiti in essere per sostituirli con prestiti che beneficiano della garanzia della CGF. Ci aspettiamo che entrambe le tendenze continuino nel breve e medio termine, almeno fino a quando il potenziamento temporaneo della CGF non sarà in vigore, il che a sua volta dipende da quanto velocemente procederà la ripresa del settore italiano delle PMI. L’aspettativa di DBRS Morningstar per il prossimo futuro è che le banche, le società di leasing e gli altri intermediari finanziari continueranno a utilizzare attivamente lo stock di crediti garantiti dal CGF nei loro libri per alimentare il processo di cartolarizzazione.

Tassi di recupero DBRS Morningstar per i prestiti garantiti da CGF

DBRS Morningstar determina i tassi di recupero previsti in base al domicilio del mutuatario, all’anzianità del prestito e alla disponibilità di garanzie garantite da ipoteca. Per le attività non garantite, DBRS Morningstar applica i recuperi per il rating applicabile e il livello del paese in linea con la sua metodologia di RatingCLOs e CDOs of Large Corporate Credit.Per le attività non garantite ma garantite da CGF, l’analisi considera il beneficio della garanzia CGF come ricavo aggiuntivo per coprire le perdite periodiche come definito dal regime.

La presenza della garanzia CGF influisce sul tasso di recupero atteso dei prestiti garantiti; tuttavia, DBRS Morningstar concede meno credito in scenari di stress di rating superiori a quello del rating sovrano della Repubblica Italiana2. Inoltre, DBRS Morningstar ipotizza un tasso di rescissione per tenere conto del possibile mancato rispetto dei termini della garanzia durante la vita del prestito. Tassi di rescissione più elevati riducono effettivamente l’importo della garanzia della CGF. Il processo di pre-approvazione della CGF, unito alla facile procedura di esecuzione, suggerisce che il tasso di rescissione applicabile sarebbe vicino allo zero; tuttavia, i dati nazionali sui tassi di rescissione sono ancora limitati.

In assenza di dati forniti dall’emittente, DBRS Morningstar applica un tasso di rescissione di base del 25% negli scenari di stress di rating BBB (sf) e inferiori. E’ possibile applicare un tasso di rescissione di base diverso se supportato da dati storici. DBRS Morningstar ipotizza tassi di rescissione più elevati in scenari di rating più alti e applica l’aumento al tasso di rescissione di base al livello di respectiverating nel calcolo delle perdite periodiche.

Rilevanza sociale e impatto positivo sul credito

La missione di Invitalia è quella di stimolare la crescita economica puntando su settori strategici per lo sviluppo e l’occupazione. Per sostenere le imprese e i professionisti, Invitalia interviene attraverso la sua banca controllata, MCC, che gestisce il CGF.

MCC sovrintende alla gestione del Fondo, insieme a una serie di altri incentivi e agevolazioni per conto dello Stato italiano e delle Regioni. Le operazioni della banca sono volte a sostenere le iniziative imprenditoriali e ad aumentare la competitività del paese, in particolare per le regioni meridionali. MCC realizza e integra le politiche pubbliche di sostegno al sistema produttivo finanziando le PMI del territorio nazionale e promuovendo interventi strutturali. MCC è impegnata nella sostenibilità, che si riflette nel suo statuto e nelle politiche interne che regolano l’ambito e i valori delle sue attività.

DBRS Morningstar ritiene che l’impatto sociale positivo che lo schema CGF ha sull’economia italiana nel suo complesso sia duplice. Da un lato, fornisce sollievo alle PMI facilitando l’accesso alla liquidità che altrimenti sarebbe negato a causa di una serie di vincoli, come la mancanza di garanzie, la debolezza della posizione finanziaria e il contesto economico generale in difficoltà. D’altra parte, agisce come uno strumento di attenuazione del rischio di credito per il settore bancario, assorbendo le perdite che i prestatori possono affrontare in caso di inadempienza dei mutuatari e mantenendo così un flusso continuo di credito nel settore delle PMI.

Su un piano più generale, soprattutto nel contesto di un ambiente economico negativo e in combinazione con altre misure di sostegno, come le moratorie di pagamento, il Fondo agisce come uno strumento per preservare la capacità produttiva dell’economia e per evitare potenzialmente fallimenti a livello nazionale nel settore delle PMI, che è la spina dorsale del sistema economico e industriale italiano.

Un intervento così tempestivo sul mercato dei prestiti contribuirà anche a mantenere basso lo stock di crediti in sofferenza nel sistema bancario italiano. Anche se durante il periodo del coronavirus il Fondo ha aumentato significativamente la sua importanza, con un significativo rafforzamento delle sue caratteristiche, il suo scopo sociale e sostenibile non è cambiato. Il CGF continua a sostenere le imprese ed è uno strumento chiave per preservare il settore italiano delle PMI nel suo complesso. DBRS Morningstar ritiene che l’impatto sociale della garanzia rimanga nel finanziamento delle imprese, che altrimenti non accederebbero facilmente al mercato del credito o lo farebbero ad un costo maggiore. Le aziende sono incoraggiate a investire e sviluppare la loro attività, creando nuovo valore e potenziando il loro business.

Come evidenziato da DBRS Morningstar nel suo ultimo comunicato di conferma del rating sovrano italiano3 , se il risultato della ripresa economica sarà molto più debole del previsto, un gran numero di garanzie potrebbe essere richiamato, mettendo potenzialmente sotto pressione la traiettoria fiscale dell’Italia. Inoltre, un uso eccessivo delle garanzie statali potrebbe portare a un “rischio morale” per le banche e le istituzioni finanziarie, che potrebbero essere incentivate ad assumere rischi eccessivi nei prestiti.

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