L’edizione di dicembre del consueto report Italian NPE Market a cura di PWC ha un titolo emblematico: “la quiete prima della tempesta”. Si tratta di un chiaro riferimento al fatto che le conseguenze economiche della pandemia di quest’anno saranno pienamente visibili nel 2021

Con riferimento alle principali evidenze riportate nel report:

  • I volumi lordi di NPE si sono ridotti di oltre il 60% rispetto al picco di 5 anni fa e sono passati da €341mld nel 2015 ad €130mld all’H1-2020. Nonostante ciò l’attuale pandemia avrà sicuramente un impatto significativo su questo trend: il mercato si aspetta tra i €60mld – €100mld di nuovi inflow di NPE
    nei prossimi 24 mesi e, al netto di fattori mitiganti quali ad esempio i ritorni in bonis e gli aiuti statali, si prevedono inflow netti compresi tra €50mln – €70mld.
  • Gli UtP, ammontavano a circa 59 miliardi all’H1-2020, di cui il 75% è concentrato nelle prime 10 banche. Questi saranno tra le asset class più colpite dalla pandemia: decine di migliaia di piccole/medie imprese e ditte familiari sono a rischio a causa del protrarsi della crisi.
  • Serve, quindi, una soluzione strategica e tempestiva che preveda un’alleanza tra sistema finanziario ed imprenditoriale, che facendo leva sull’economia del territorio sia in grado di far ripartire l’economia del
    nostro Paese. In questo senso, vi sono numerosi fondi d’investimento in rampa di lancio che hanno l’obiettivo di sostenere finanziariamente aziende industrialmente solide che sono entrate in crisi a causa del Covid-19.
  • Nonostante lo scoppio della pandemia, seppur dopo un primo rallentamento iniziale, le principali banche italiane stanno proseguendo la loro strategia di deleveraging. Nel 2020 si sono registrate transazioni per
    un ammontare complessivo di circa €30mld. Inoltre, nel triennio 2021-2023 sono attese transazioni dai €30mld ai €40mld all’anno che andranno a compensare i nuovi inflow.
  • Dal punto di vista regolamentare le autorità hanno adottato certi elementi di flessibilità, posticipando alcune importanti deadline e concedendo misure di capital relief temporaneo. È però prevedibile una crescente attenzione alla qualità del credito e un attento monitoraggio dell’evoluzione dell’asset quality e della solidità patrimoniale delle banche nei prossimi mesi

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