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Sul mercato la Gacs Unicredit da 2 miliardi nel leasing

In attesa della nuova ondata di Npl che ci potrebbe essere nel 20121, sulla scia della crisi economica causata dal coronavirus, i riflettori sono puntati sulle operazioni in corso, ma anche sul ruolo sempre più tentacolare del gruppo statale Amco, protagonista della recente scissione dei crediti deteriorati di Mps.

Amco, come emerso nel corso del convegno all’Npl Meeting di banca Ifis, sta diventando un player statale capace di sbaragliare la concorrenza privata (secondo la critica a condizioni non di mercato) con distorsioni nelle aste e nei prezzi. Tanto che ieri nel convegno a Cernobbio Andrea Mangoni, Ad di doValue, ha focalizzato la sua attenzione proprio sul ruolo distorsivo del mercato causato dalla presenza della stessa Amco in processi competitivi. Quest’ultima si difende spiegando che la filosofia è quella di accettare un rendimento ragionevole nell’ambito però di logiche di mercato.

Nel frattempo, sarebbero diverse le aste dove Amco sta partecipando: come la possibile vendita da parte di BancoBpm di portafogli di Utp (complessivamente fino a un miliardo), cantiere che sarebbe però in una fase ancora interlocutoria. In corsa sarebbero proprio Amco, Credito Fondiario e altri operatori.

Di sicuro, il mercato italiano, anche a causa del Covid, sta cambiando: il settore ha visto la temporanea fuga, di alcuni gruppi esteri, mentre le società più radicate stanno continuando ad essere attive. È il caso proprio di Banca Ifis: ieri, all’Npl Meeting, l’amministratore delegato Luciano Colombini ha annunciato la partecipazione a 15 processi competitivi.

A far la parte del leone al momento sono però le Gacs: la più innovativa è quella che sta mettendo in cantiere Unicredit su un portafoglio di crediti problematici originati dal leasing: se andasse in porto, probabilmente entro fine anno, sarebbe la prima operazione del genere in Italia. Contatta la banca non ha commentato le indiscrezioni. A gestire l’operazione per conto di piazza Gae Aulenti sarebbe DoValue, che già lo scorso anno era stato servicer su un portafoglio di mutui residenziali in sofferenza del valore di 6,1 miliardi.

Altre Gacs sono in cantiere. Prima di finire nell’orbita di Intesa Sanpaolo, anche Ubi stava per lanciare un’operazione. Si è mossa poi Iccrea e la scelta della cartolarizzazione è stata presa anche alcune piccole banche popolari (tra cui la Ragusa, Cr Asti, Banca Puglia e Basilicata, Banca Popolare di Sondrio), operazione che vede coinvolte Kpmg, Jp Morgan, Akros e Credito Fondiario.

Se invece se guarda ai processi di vendita in corso, il settore è focalizzato sugli Utp, dopo le grandi cessioni di Npl negli scorsi anni. La crisi economica rischia di trasformare una parte di questi incagli in sofferenze. Secondo le elaborazioni di Banca Ifis, nel 2021 lo stock dei crediti deteriorati salirà a 385 miliardi. Sono quindi attesi 34 miliardi di nuovi Npl sul mercato.

Oltre a BancoBpm, in questi mesi è attiva anche Cariparma, che dopo le dismissioni già avvenute negli Utp nei mesi scorsi, si starebbe concentrando su cessioni di piccoli portafogli di Npl.

Il mercato resta comunque in attesa di capire cosa succederà nel 2021. «Servono incentivi alle banche per liberare gli stati patrimoniali spalmando le perdite in più anni. Bisogna incentivare gli istituti di credito a fare cessioni. Per l’Italia ci aspettiamo una nuova ondata di Npe pari al 3% circa del totale dei finanziamenti, per circa 80 miliardi» indica Riccardo Serrini, Ad di Prelios group.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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