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La liquidità non è immediata

Per quanto le banche possano provare a correre, non sarà possibile far arrivare alle aziende in tempi da sprint la liquidità assistita dalle garanzie pubbliche varate con il decreto legge approvato lunedì dal governo Conte. Innanzitutto perché sarà prima necessario ottenere il via libera Ue allo schema. E poi perché, per le coperture sotto il 100%, le procedure non potranno che essere quelle ordinarie. Lo spiega il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, che invita anche l’Ue a rivedere i tempi per considerare deteriorati i crediti, in funzione dell’emergenza Coronavirus.

Domanda. Ieri il governo ha varato il suo piano per la liquidità alle imprese, funzionerà?
Risposta. Apprezzo gli sforzi del governo e il decreto legge varato ieri (lunedì, ndr) è un passo in avanti considerevole rispetto al decreto del 17 marzo, che dava già dei segnali positivi ma con portata più limitata.

D. Tutto bene quindi?
R. Innanzitutto vorrei sottolineare che condivido in pieno la logica delle garanzie. Ma nella comunicazione si è data l’errata sensazione dell’immediatezza della distribuzione della liquidità, il che ha portato stamattina (ieri, ndr) molti imprenditori a telefonare alle banche per chiedere come fare per ottenerla. E alle domande non si è potuto rispondere con delle certezze, innanzitutto perché il decreto ancora non è in Gazzetta Ufficiale, parliamo sulla base di bozze e del comunicato diffuso da Palazzo Chigi.

D. Non si potrà partire subito, insomma..
R. Nelle bozze c’è scritto chiaramente che le garanzie della Sace, prima di essere applicate, richiedono il via libera dell’Unione Europea. Dove, ricordiamolo, la pratica sarà assegnata non all’ottimo Paolo Gentiloni (commissario per gli Affari Economici, ndr) ma alla signora Vestager, che questa volta speriamo proceda rapidamente. Noi comunque abbiamo già avviato le interlocuzioni con la Sace, per cercare di velocizzare i passaggi che saranno poi necessari.

D. Una volta avuto l’ok della Commissione europea, che tempi prevede?
R. Penso che la fase preparatoria riempirà almeno la settimana di Pasqua. Sarà una Pasqua molto impegnativa, ricordiamo che anche noi stiamo utilizzando molto lo smartworking e siamo in una condizione emergenziale e di superlavoro per le misure già varate su moratorie, mutui, anticipo della cassa integrazione, ecc. Verosimilmente si avrà la possibilità di compilazione più rapida per i prestiti coperti da garanzia statale al 100%, mentre sarà sostanzialmente una pratica di fido ordinaria per quelle con garanzia dal 90% in giù.

D. Tutto come prima…
R. Non si potrà fare diversamente perché non sembrano previste deroghe al testo unico bancario né alle norme di vigilanza per semplificare le pratiche di fido con garanzie.

D. Almeno per i finanziamenti coperti al 100% la corsia sarà davvero veloce?
R. Con la garanzia al 100% non dovranno essere inseriti molti elementi di valutazione, ma comunque qualcuno dovrà approvare la pratica. I direttori hanno autonomia, ma per grosse somme si dovrà bussare necessariamente ad altri uffici. E poi c’è la questione della garanzia al 100% con la partecipazione dei Confidi.

D. Un’altra complicazione?
R. Dico semplicemente che una pratica in cui la garanzia dello Stato di affianca a quella di un soggetto privato, come i Confidi, non potrà avere la stessa corsia rapida di una assistita da garanzia pubblica al 100%.

D. Potranno accedere alla liquidità garantita solo le aziende in bonis, questo farà aumentare i deteriorati?
R. Se il testo definitivo del decreto ci darà la possibilità di aiutare anche la clientela più debole la coglieremo sicuramente. Resta la necessità che l’Ue intervenga per allentare questo calendario sincopato di scadenze di deterioramento, non si può pensare che oggi si possano rispettare gli stessi tempi previsti prima dello scoppio della pandemia. 

Autore: Luisa Leone

Fonte: Milano Finanza