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Covid-19, stop ai dividendi in Intesa Sanpaolo, Ubi, Banco Bpm. Bce: niente bonus ai banchieri

Anche Intesa Sanpaolo sospende i dividendi per il 2019, aderendo alla raccomandazione della Bce del 27 marzo. Lo ha deciso martedì mattina il consiglio di amministrazione della banca guidata da Carlo Messina, sulla scia di quanto già deliberato domenica e lunedì da Unicredit, Banca Mediolanum e Banca Generali. Anche Banco Bpm ha deciso di sospendere la cedola, che sarebbe stata assegnata per la prima volta dopo tre anni dalla fusione. La stessa decisione di sospendere è stata presa da Ubi Banca.

La stretta della Vigilanza Bce si è fatta sentire. Tecnicamente è una raccomandazione ma il pressing è notevole. Il presidente della Bce, Andrea Enria, in varie interviste sulla stampa internazionale ha dichiarato che la Vigilanza si aspetta che tutte le banche congelino i dividendi per dedicare tutte le proprie risorse al sostegno dell’economia: «Se le banche decidessero di non adeguarsi decideremo se prendere altre misure» e «possiamo anche prendere misure legalmente vincolanti». Enria si è detto «contento di aver visto che le banche hanno reagito in modo molto positivo» alla richiesta di non remunerare i soci in quanto si tratta di «un passo importante anche per la loro reputazione, per mostrare responsabilità d’impresa in tempi difficili per la nostra economia». Inoltre la Vigilanza è pronta a intervenire anche se gli istituti dell’Eurozona non adotteranno un’«estrema moderazione» nell’erogazione dei bonus variabili ai loro manager. «Se dovremo svolgere questo ruolo, lo faremo. Stiamo cercando di instillare nelle banche una mentalità di conservazione del capitale».

L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha deciso di rinunciare all’erogazione del dividendo proposto dal consiglio di amministrazione. Gli utili non distribuiti finiranno a riserva per 837 milioni di euro, aumentando di 2o punti base «ulteriormente la sua già solida posizione patrimoniale con un’azione che le permette di aumentare le risorse disponibili per sostenere l’economia reale ed essere vicina ai propri clienti in questo difficile momento di emergenza sanitaria». Banco Bpm ricorda di avere messo a disposizione un plafond di 3 miliardi per le imprese e di un ulteriore miliardo di euro per i professionisti. Anche nel caso di Banco Bpm la decisione è rinviata a partire dal 1 ottobre, se saranno «venute meno le incertezze causate dall’epidemia da Covid-19».

Analogamente ha deciso Ubi Banca sulla cedola di 0,13 euro per azione, pari a per un monte dividendi massimo di 147,6 milioni, che verrà appostato alle riserve di patrimonio. «È la prima volta nella ultracentenaria storia di UBI che il pagamento del dividendo viene sospeso. Si ricorda inoltre come, dal 2007, anno caratterizzato da diverse concentrazioni bancarie, solo Ubi ha sempre pagato un dividendo in contanti anche negli anni peggiori della crisi», è scritto in una nota dell’istituto guidato da Victor Massiah.

Anche Intesa Sanpaolo si adegua così alla comunicazione della Banca Centrale Europea «in merito alla politica dei dividendi nel contesto conseguente all’epidemia da Covid-19». Per la banca si tratta di trattenere le cedole agli azionisti per circa 3,4 miliardi di euro, pari 19,2 centesimi di euro per azione. Confermata l’assemblea ordinaria del 27 aprile. L’utile sarà assegnato a riserva potenziando così il patrimonio, che supererà il requisito previsto dalla Bce di oltre 16,5 miliardi di euro. Tecnicamente, «il coefficiente common equity tier 1 ratio pro-forma a regime aumenta dal 14,1% al 15,2%, superiore di circa 5,8 punti percentuali al requisito Srep comprensivo del combined buffer. L’eventuale distribuzione sarà proposta in una successiva assemblea, dopo il 1 ottobre «anche in considerazione del supporto alla situazione finanziaria delle famiglie e alle erogazioni da parte delle fondazioni particolarmente necessario nel contesto conseguente all’epidemia da Covid-19», spiega la nota della banca.

Inoltre il ceo Messina destinerà «un milione di euro del bonus riconosciutogli dal sistema incentivante 2019 a donazioni a sostegno di specifiche iniziative sanitarie», mentre «i 21 top manager a suo diretto riporto destineranno ad analoghe donazioni complessivamente circa 5 milioni di euro dei rispettivi bonus», di cui 1 direttamente da parte del ceo. Il board presieduto da Gian Maria Gros Pietro «contribuirà con una propria specifica donazione». Prevista una piattaforma per le donazioni dei dipendenti del gruppo. La banca ha già destinato 100 milioni di euro «per le priorità sanitarie».

Intesa inoltre conferma l’offerta pubblica di acquisto su Ubi Banca. Secondo il gruppo bancario, «la motivazione strategica dell’operazione assume ancora maggiore valenza nel contesto conseguente all’epidemia da Covid-19, in particolare per quanto riguarda le sinergie di costo nonché l’aumento del grado di copertura dei crediti deteriorati e la riduzione dei crediti unlikely to pay e in sofferenza». Secondo Intesa Sanpaolo «le banche di minori dimensioni hanno ridotte possibilità di avvalersi delle leve dell’efficienza e della riduzione del profilo di rischio per fronteggiare un quadro economico sfavorevole e contrastare gli impatti sul tessuto sociale, a fronte del rafforzamento del ruolo di motore della crescita sostenibile e inclusiva e di punto di riferimento per la sostenibilità e la responsabilità sociale del gruppo risultante dall’operazione».

A questa presa di posizione Ubi ha replicato indirettamente nella nota sui dividendi: «L’importante riduzione dei crediti deteriorati è stata ottenuta grazie ad una efficace combinazione di cessioni a prezzi tra i migliori del mercato, una profonda conoscenza dei propri territori e un’altissima professionalità della piattaforma interna di recupero crediti». I prezzi ottenuti sono stati «il risultato di una dinamica che vede un livello delle coperture dei crediti coerente con l’importante mole di garanzie che distingue Ubi dalla maggior parte dei propri concorrenti. Tale strategia ha permesso alla banca di raggiungere un rapporto tra i crediti deteriorati lordi e il totale degli impieghi del 7,8% a fine 2019, addirittura del 6,9% se calcolato pro-forma per tenere conto della cessione massiva in corso. Questo ultimo livello porterebbe Ubi Banca al secondo posto dopo Unicredit tra le maggiori Banche italiane».

Autore: Fabrizio Massaro

Fonte: Il Corriere della Sera

 

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