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Coronavirus: banche a rischio nuovi Npl. Nel mirino Banco Bpm, Creval, Bper, Ubi, Unicredit

Banche sotto il tiro delle vendite oggi in una seduta di Borsa che ha cancellato il rimbalzo delle prime ore di contrattazione per lasciare spazio a nuovi realizzi sui timori legati all’impatto del coronavirus in Italia. Le banche italiane pagano anche la fiammata dello spread tra Btp e Bund, mentre gli istituti più colpiti sono quelli più esposti alle regioni colpite dall’emergenza (zona “gialla” e zona “rossa”): Banco Bpm (Lombardia, Veneto), Creval (Lombardia), Bper (Emilia Romagna), Ubi Banca (Lombardia), ma anche Unicredit soffre, così come Intesa Sanpaolo, nonostante la maggiore diversificazione.

Coronavirus, banche sotto pressione

Le banche temono quindi l’impatto del coronavirus sull’economia, che per gli istituti italiani potrebbe tradursi in un peggioramento della qualità del credito. In proposito, gli analisti di Mediobanca citano le previsioni del centro studi Ref Ricerche, che stima un impatto negativo tra -1% e -3% sul Pil italiano del primo e secondo trimestre 2020 ed evidenziano come “nel Nord Italia” ci siano “disagi quotidiani sia per le vite dei cittadini che per l’attività delle imprese”.

Secondo Mediobanca, che lancia l’allarme crediti deteriorati, un calo del Pil di questa portata potrebbe tradursi in “ritardi nei pagamenti” e “un maggior flusso di nuovi Npl”. In particolare, un calo dell’1% del Pil italiano su base annua e dello 0,7% di quello dell’eurozona si tradurrebbe in un incremento del costo del rischio tra i 5 e i 10 punti base per le banche italiane.

Le previsioni di Moody’s

In un report pubblicato venerdì a mercato chiuso Moody’s ha parlato di un impatto del coronavirus “al momento limitato per le banche italiane”, avvertendo però che “un contagio più ampio potrebbe peggiorare la situazione”.

Secondo Moody’s “l’impatto sarebbe probabilmente maggiore per i piccoli istituti di credito con modelli di business tradizionali e estese reti di filiali nelle aree interessate rispetto a alle banche più grandi, più diversificate e con maggiori forze nel digitale”.

L’agenzia di rating ricorda che circa il 40% delle filiali italiane sono in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, ipotizzando che istituti più piccoli come Banca Popolare di Sondrio, Credito Valtellinese, Gruppo Cassa Centrale, Cassa Centrale Raiffeisen e Mediocredito Trentino-Alto Adige potrebbero essere più esposti a eventuali choc, oltre a Bper e Credem basate in Emilia Romagna.

Coronavirus, impatto su Btp e spread

Le banche italiane, che investono in Btp, risentono poi della continua salita dei rendimenti dei titoli di Stato e dell’allargamento dello spread Btp-Bund.

Questa mattina lo spread Btp-Bund ha toccato quota 185 punti base, segnando un nuovo massimo dall’agosto 2019. Il Btp decennale offre un rendimento pari a 1,17%.

Quanto alla reazione della Borsa, a metà seduta le azioni Banco Bpm segnano un ribasso di oltre l’8%, Bper -7,6%, Ubi -7,2%, Unicredit -6,7%. In affanno anche Intesa Sanpaolo -5%, mentre fuori dal Ftse Mib le azioni Credem cedono il 4%, Creval -7,9%, Banca Popolare Sondrio -6,5%, Banca Mps -4%.

Autore: Stefano Neri

Fonte: Finanza Report

 

 

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