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Enria (Bce), ridurre gli Npl prima della prossima tempesta

Un monito sulla necessità di continuare il processo di riduzione dei prestiti deteriorati è arrivato da Andrea Enria, presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce. “Sembra che i flussi di nuovi Npl siano ancora su livelli alti, soprattutto se si considera a che punto ci troviamo nel ciclo economico. Sembra inoltre che alcune banche con non performing loan elevati continuino a registrare tassi di insolvenza crescenti. Troviamo questo piuttosto preoccupante”, ha detto Enria, invitando, quindi, “le banche a arginare questi flussi ripensando i loro standard di concessione dei crediti e impegnandosi con i debitori in difficoltà”.

Il problema degli Npl “non si risolverà da solo e non è stato ancora risolto”, ha aggiunto Enria, sottolineando come “sebbene il livello di sofferenza nel sistema sia sceso di quasi il 50% dal 2014, lo stock aggregato è ancora molto alto”. Enria ha continuato: “Dobbiamo risolvere il problema degli Npl mentre l’economia è ancora resiliente. Se le banche dovranno navigare attraverso la prossima tempesta con troppi non performing loan nei loro bilanci, saranno meno in grado di sopravvivere e uscirne sane e salve”.

Il presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce ha ricordato che “quelle banche che hanno alti livelli di Npl lo capiscono e agiscono di conseguenza. Nel 2018 molti istituti hanno ridotto i non performing loan in misura maggiore rispetto a quanto avevano previsto. Guardando poi le più recenti strategie” sulla gestione delle sofferenze, “i loro piani per il futuro sono inoltre piuttosto ambiziosi”.

Intanto nella notte i ministri finanziari dell’Eurozona hanno raggiunto un’intesa sul backstop per il Fondo unico di risoluzione bancaria. Si tratta del salvagente finanziario di ultima istanza che farà perno sull’European Stability Mechanism, il fondo salva-Stati. Obiettivo: assicurare una rete di sicurezza finale per il sistema bancario. Inoltre, l’Eurogruppo ha concordato il nuovo trattato tra gli Stati per l’Esm, che è e resta un organismo intergovernativo. La novità è che potrà intervenire più rapidamente e anticipatamente con linee di credito precauzionali più flessibili.

“E’ stata raggiunta un’importante intesa su pacchetto di passi avanti verso un’unione economica e monetaria più forte e resiliente”, ha commentato il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari, Pierre Moscovici. “L’accordo sulle riforme al trattato Esm è un passo positivo perché rafforza lo strumento di precauzione dell’Esm come set di strumenti di gestione della crisi da dispiegare in circostanze specifiche e apre la strada alla creazione di un backstop per il fondo unico di risoluzione. Si tratta di un passo fondamentale per consolidare il pilastro di risoluzione dell’unione bancaria e andare verso un’unione più credibile e resiliente che manda un segnale fiducia a investitori e titolari di depositi”. Tuttavia Moscovici è rimasto deluso dal fatto che “non si siano fatti progressi sullo schema europeo di garanzia dei depositi. E’ fondamentale che si vada avanti su questo fascicolo in modo decisivo nella seconda metà dell’anno”.


Autore: Roberta Castellarin
Fonte: Milano Finanza 

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