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Imprese, sofferenze in forte calo e Npl verso livelli pre-crisi

Si riducono i crediti in sofferenza delle imprese non finanziarie, ma soprattutto scende il tasso di deterioramento, e cioè il passaggio del credito sano (in bonus) allo status di deteriorato. Questo tasso (rapporto tra crediti divenuti deteriorati rispetto allo stock dei crediti) è un indicatore che misura lo stato di salute di un’impresa: è sceso dal 3,4% dell’ultimo trimestre 2017 al 2,8% dello stesso periodo del 2018, collocandosi su percentuali inferiori al livello pre crisi.

L’aspetto che emerge dall’outlook Abi-Cerved sulle sofferenze bancarie è che il miglioramento non è da attribuire soltanto a un miglioramento della congiuntura economica (anche se tra il terzo e quarto trimestre un lieve peggioramento del tasso c’è stato), ma anche a una più attenta selezione nella concessione del credito alle imprese da parte delle banche che ha fatto calare, si legge nel rapporto, «la quota di prestiti concessi alle imprese a maggiore probabilità di insolvenza».

La selezione va ricondotta anche alle norme più severe introdotte dalla direttive europee e dalla vigilanza europea sul trattamento contabile dei crediti, che in realtà non favoriscono l’erogazione del credito. È vero anche, però, secondo gli esperti che hanno redatto il rapporto, che la selezione ha lasciato sul campo le imprese più solide, capaci di resistere a una crescita dell’economia che si rivelasse inferiore alle attese. L’outlook prevede fino al 2020 un tasso di crescita dell’economia a un ritmo lievemente superiore all’1 per cento.

Nel 2018 nuove sofferenze per 14 miliardi 
L’indagine stima per il 2018 un volume di nuove sofferenze pari a 14 miliardi, contro i 19 miliardi del 2017. I tassi di ingresso in sofferenza dei crediti sono migliorati dal 2,8 per cento del 2017 al 2,4 per cento stimato per il 2018. «C’è una discesa diffusa a tutte le dimensioni di impresa, a tutti i settori economici e tutte le aree territoriali considerate» si legge. Un netto miglioramento è stato registrato per le microimprese, il cui tasso è sceso dal 4 al 3 per cento, mentre le medie e grandi imprese si sono attestate sull’1,4 e sull’1,1 per cento.

Tassi di ingresso in sofferenza verso i livelli pre-crisi
Nel dettaglio dei settori, l’industria si avvicina a livelli pre-crisi, attestandosi al 2% contro il 2,2% del 2017. Il settore costruzioni continua a registrare livelli elevati, anche se caratterizzati da un netto calo rispetto al picco del 2016 e al dato del 2017: nel 2018 il tasso si attesta al 3,9% contro il 4,5% del 2017, restando però ancora lontano dai livelli pre-crisi. Nel settore dei servizi il tasso si è attestato nel 2018 al 2,3% contro il 2,7 per cento del 2017. Le previsioni al 2020 indicano che in generale proseguirà la discesa dei tassi di ingresso in sofferenza, anche se a ritmi più lenti rispetto a quelli previsti nella precedente edizione dell’outlook. L’incidenza media delle sofferenze sui crediti sarà al 2,1% avvicinandosi ai livelli pre-crisi per il settore industriali e con importanti miglioramenti per le costruzione e i servizi. Guardando al dato regionale, al 2020 le imprese del Mezzogiorno saranno le più rischiose, con un tasso del 2,9%, seguite dal Centro (2,6%), da Nord Ovest (1,7%) e Nord Est (1,6%).


Autore: Laura Serafini
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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