Scelti per voi

La grande fuga da Bitcoin & C.

Il crollo del bitcoin non sembra arrestarsi, con la criptovaluta che ha perso oltre un terzo del proprio valore in poco più di una settimana ed è scesa nelle scorse ore sotto la quota anche psicologica dei 4.000 dollari. Un crollo verticale dai 20.000 dollari della fine dello scorso anno, quando la bolla delle criptovalute raggiunse il suo massimo, e che secondo economisti come Nouriel Roubini o investitori come Warren Buffett, che lo ha definito una trappola per topi, si arresterà solo con la loro scomparsa considerato che il loro mantenimento ha un elevatissimo e crescente costo energetico per mantenere attiva la rete di computer su cui gira il software alla base di Bitcoin & C.

Proprio il costo energetico crescente, che ha raggiunto livelli incredibili, pari a livello mondiale a quello totale di piccoli Stati, crea un ulteriore motivo di preoccupazione per chi ha investito in Bitcoin. Per registrare le transazioni in criptovaluta occorre infatti risolvere algortimi di difficoltà crescente, in una competizione che premia il vincitore con la possibilità di emettere una determinata quantità di criptovalute. Con il valore delle criptovalute in crescita impetuosa il costo dell’energia, come dei potenti processori per elaborare gli algoritmi, non era considerato un problema, ma con il crollo verticale e repentino tipico dell’esplosione delle bolle il sentiment è cambiato.

La potenza di calcolo allocata a livello globale per le blockchain alla base di Bitcoin & C. ha infatti iniziato a calare, segno che si è tornata ai livelli di agosto dopo essere calata di un terzo rispetto ai massimi toccati a metà ottobre. Un’inversione particolarmente preoccupante dal momento che, sino ad allora, la potenza di calcolo allocata è sempre cresciuta, anche dopo l’inizio del crollo del valore del Bitcoin. Un dato inoltre coerente con il warning lanciato da Nvidia, il maggior produttore di chip utilizzati per i calcoli, scivolata a Wall Street dopo aver comunicato che i ricavi del prossimo trimestre saranno inferiori alle attese per via del calo di vendite di processori impiegati per le criptovalute.

Da sottolineare inoltre che pressoché tutte le transazioni in Bitcpin & C. sono legate a scambi tra persone in cerca di guadagni, ovvero speculatori, e non per gli acquisti di beni o servizi, scopo originale ma mai raggiunto per cui sono state create le criptovalute. E in assenza di un reale radicamento, con un prezzo in caduta libera e un costo di manteniento dell’infrastruttura in forte aumento, la scomparsa del Bitcoin ipotizzata da Roubini non è più da escludere.

 


Autore: Davide Fumagalli
Fonte:

Milano Finanza

bitcoincriptovalutafintech

Credit Village è oggi il punto di incontro e riferimento - attraverso le sue tre aree, web, editoria, eventi - di professionisti, manager, imprenditori e operatori della gestione del credito. Nasce nel 2002 con l’intento di diffondere anche in Italia, così come avveniva nel mondo anglosassone, la cultura del Credit e Collection Management.