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Arrivano le cartolarizzazioni Doc: un bollino per i titoli di qualità

Si chiamano Sts, e potrebbero garantire nuova linfa vitale a un mercato europeo delle cartolarizzazioni che dai fasti (e soprattutto eccessi) di dieci anni fa stenta ancora a riprendersi. La sigla «Sts» sta per semplicità, trasparenza e standardizzazione e si riferisce ai requisiti che, in base al Regolamento Ue 2017/2402 in vigore dal 1 gennaio 2019, sono chiamate a rispettare le operazioni di cessione di crediti per essere definite di «qualità».

In parole povere, le nuove cartolarizzazioni dovranno avere una struttura che consenta una modellizzazione dei rischi ragionevolmente chiara e comprensibile per gli investitori (semplicità, appunto), indicare in modo altrettanto chiaro le informazioni, i diritti e le responsabilità delle parti coinvolte (trasparenza) e la loro struttura dovrà essere conforme a standard di elevata qualità per permettere agli investitori una facile comparazione con altre Sts (standardizzazione).

L’obiettivo è dunque quello di rilanciare lo strumento securitization attraverso due livelli di intervento: «Distinguere i prodotti di qualità da quelli complessi, opachi e rischiosi, applicando un quadro prudenziale più sensibile al rischio, ma anche garantire un mercato unico Ue delle cartolarizzazioni evitando disparità di condizioni e pratiche di arbitraggio regolamentare», spiega Pietro Bellone, counsel di Allen & Overy, sottolineando come uno degli aspetti più importanti dell’introduzione della nuova normativa sia rappresentato dai benefici per le parti in gioco.

«Alle banche e alle assicurazioni che deterranno in portafoglio cartolarizzazioni Sts – aggiunge Bellone – verrà riconosciuto un trattamento prudenziale migliorativo in termini di ponderazione del rischio, inoltre dal 30 aprile 2020 soltanto i titoli conformi a tali requisiti potranno essere computabili ai fini del liquidity coverage ratio». Gli emittenti invece potranno avvantaggiarsi, oltre che dei benefici relativi al risk-weighting per le tranche retained, anche del presumibile miglior pricing dei titoli oggetto di collocamento rispetto a quelli di analoghe operazioni non Sts.

Applicare il bollino «di qualità» attraverso quello che in tutto e per tutto è un processo di autovalutazione (non esiste un soggetto terzo che certifica) non sarà infatti obbligatorio, ma si tratterà di una scelta dell’originator, che in teoria potrebbe riguardare anche le cartolarizzazioni già sul mercato. Sarà tuttavia difficile vedere fin da subito i primi strumenti Sts e occorrerà attendere almeno fino alla prossima primavera, anche per la mancanza delle linee guida interpretative che saranno emanate dall’Eba. Gli addetti ai lavori sono però già all’opera: «Sul tema – conferma Bellone – riscontriamo un forte interesse da parte degli originator e anche degli investitori e siamo convinti che col tempo questi strumenti possano diventare un benchmark per tutte le cartolarizzazioni».

 


Autore: Maximilian Cellino
Fonte:

sole 24 ore

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