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BancoBpm, arrivate le tre offerte per Npl e piattaforma di gestione

Arrivano le offerte per il portafoglio di crediti problematici e la piattaforma di gestione del BancoBpm, il progetto (denominato Ace) che ormai da alcuni mesi sta catalizzando le attenzioni di investitori e di addetti ai lavori.
Dopo un’attività preparatoria durata alcuni mesi, sul tavolo sono dunque giunte le offerte vincolanti delle tre cordate che nell’ultimo mese e mezzo hanno effettuato la due diligence: quella del consorzio costituito da Texas Pacific Group, Christofferson Robb & Company, Davidson Kempner e Prelios, quella della cordata formata da doBank, Fortress e dalla Illimitydi Corrado Passera ed, infine, quella di Credito Fondiario e del suo investitore di controllo, il fondo Elliott.
Ai compratori è stato richiesto dalla banca di scegliere tra tre diversi perimetri di non performing loan: quello più cospicuo da circa 8-9 miliardi di euro, un altro minimo da 3,5 miliardi, il tetto minimo richiesto per raggiungere i target comunicati alla Bce, e un altro di valore intermedio.
Le offerte saranno ora valutate dalla banca guidata dall’amministratore delegato Giuseppe Castagna, che dovrebbe prendersi un periodo di analisi di alcuni giorni, prima di decidere la cordata con la quale proseguire in trattative in esclusiva. Un consiglio di amministrazione dell’istituto è previsto comunque verso fine mese e il dossier sarà sul tavolo.
Secondo le indiscrezioni, i diversi consorzi di compratori, al termine del periodo di due diligence, sarebbero stati invitati dalla banca a fare diverse offerte in base a scenari differenti.
Oltre che per i tre differenti perimetri, le proposte secondo i rumors hanno dovuto contemplare anche opzioni con le Gacs (cioè le garanzie dello Stato che sono però in scadenza, tranne ulteriore rinnovo, il prossimo 6 marzo) e senza Gacs. Ma anche ipotesi con (o senza) cessione della piattaforma di gestione.
Le offerte dei 3 consorzi verranno, dunque, valutate sia sul lato quantitativo sia sul versante più strettamente qualitativo, in modo da definire il miglior perimetro e la migliore architettura finanziaria per l’istituto.
In ogni caso le valutazioni dei pacchetti di non performing loan da parte dei compratori sarebbero state abbastanza prudenti, cioè poco meno del 20% del valore nominale del portafoglio. Ad incidere è stata anche la situazione congiunturale italiana e l’incertezza esistente per le tensioni sullo spread dovute al contraddittorio in corso tra l’Unione europea e il Governo italiano. Bisogna anche dire che il costo della garanzia pubblica è aumentato nell’ultimo periodo con i rialzi e le oscillazioni dello spread.
Strettamente correlato alla cessione del portafoglio di Npl e all’attività di pulizia del bilancio della banca, è anche il processo di valorizzazione delle attività nel credito al consumo di BancoBpm.
Su questo fronte sono in corso valutazioni sulla quota in Agos Ducato (il 39%, mentre il restante 61% è del Credit Agricole) e sulla partecipazione in un’altra controllata nel credito al consumo, cioè Pro-Family. L’incasso proveniente da un riassetto del credito al consumo potrebbe, secondo le attese, portare risorse in vista della cessione del mega-pacchetto di sofferenze, in modo da coprire le possibili perdite della transazione sugli Npl.


Fonte:

Il Sole 24 Ore

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