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Criptovalute, la bolla è scoppiata

La grande bolla delle cryptovalute è scoppiata. Dai picchi di dicembre a 19,511 dollari le cryptovalute hanno perso più del 65% e il Bitcoin vale 6,750 dollari. E secondo le investment bank il fenomeno è destinato a entrare nella storia come già la grande bolla dei tupilani. Secondo Barclays la moda delle cryptovalute è al tramonto e ha già raggiunto il suo picco di possibile espansione. Dello stesso avviso Bank of America Merrill Lynch, che vede i Bitcoin come le prime vittime della politica restrittiva della Fed: nella rotazione dei portafogli non c’è più spazio per i nuovi tulipani .

Barclays ricorda che le cryptovalute sono una forma di asset senza un valore intrinseco né una promessa di cash flow. Per questa ragione le teorie economiche e finanziarie non vengono in aiuto per valutare i fondamentali di questi asset né per stimare un andamento dei prezzi. Ma Barclays ha cercato di stimare un possibile tetto al possibile valore nel lungo termine di queste valute in base a un’analisi di domanda e offerta e poi ha applicato modelli empirici per individuare quale possa essere il futuro andamento dei prezzi.

Gli economisti di Barclays ricordano che la domanda di cryptovalute arriva soprattutto dai Paesi dove c’è poca fiducia nei mercati e basse opportunità di investimento. Se fa una stima basata sulle transazioni e sui bacini di ricchezza di questa fetta di investitori, pur essendo generosi nelle stime, si arriva a un tetto di capitalizzazione tra 660 e 780 miliardi di dollari. Peraltro questo tetto riguarda l’insieme di tutte le cryptovalute.
Questo livello di capitalizzazione è quello toccato dall’intero mercato delle cryptovalute nei primi giorni di gennaio 2018. L’analisi analizza anche il possibile appeal speculativo di questa asset class e ne analizza il rapporto con la consapevolezza degli investitori e la loro propensione a investimenti speculativi. Tutte le indagini condotte negli ultimi mesi del 2017 in Sud Korea, Canada, Stati Uniti o Giappone hanno rivelato che gli investitori sanno dell’esistenza di Btcoin & co ed sono consapevoli che si tratta di un investimento speculativo. E nella maggioranza dei Paesi sviluppati la parte della popolazione interessata a investimenti speculativi è bassa. E da qui l’idea che la possibilità che ci siano molti nuovi entranti nel mercato sia contenuta.
Secondo la ricerca di Barclays rispetto agli altri alti e bassi registrati dalle cryptovalute in passato questa volta la bolla e scoppiata e non ci sono le condizioni per cui si ricrei. Quindi come sottlinea Michael Hartnett, capo strategist di Bank of America Merrill Lynch, le cryptovalute sono state la prima vittima di una Fed più restrittiva con gli investitori che stanno lentamente ruotando i portafogli per prepararsi a un’era senza quantitive easing.

Autore: Roberta Castellarin
Fonte:

Milano Finanza

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