Credito e consumatori Dalla Redazione In Evidenza

Mutui, domanda stabile nel primo trimestre 2018: continua il successo surroga

Il 2018 si è aperto con dati positivi del mercato immobiliare che registra una stabilità della domanda dei mutui di acquisto prima e seconda casa. Continua il successo del canale online che raccoglie il 60% del totale delle richieste raccolte nel primo trimestre. Ed è la surroga a confermare il suo peso sulle nuove erogazioni di mutuo online, con un 42% del totale erogati. I fattori di questo successo sono da un lato i tassi di riferimento IRS per i mutui a tasso fisso stabili e a livelli sempre molto contenuti, dall’altro l’introduzione da parte di numerosi Istituti di Credito di nuove offerte di mutuo di surroga a tassi particolarmente vantaggiosi. Le dinamiche della domanda di mutui con finalità surroga sono profondamente legate all’andamento dei tassi di riferimento IRS utilizzati per mutui a tasso fisso; infatti, nel primo trimestre 2018 il 70% di chi ha chiesto un mutuo con finalità surroga online ha scelto il tasso fisso contro il 67% del trimestre precedente.

E’ la fotografia scattata dalla nuova edizione della Bussola Mutui, il bollettino trimestrale firmato CRIF e MutuiSupermarket.it che presenta un’analisi aggiornata delle tendenze in atto nel mercato italiano dei mutui residenziali e immobiliare.

La classe di età che maggiormente fa richiesta online di un mutuo di surroga è quella che va dai 36 ai 45 anni con il 36% del totale delle richieste, mentre la classe di età 26-35 anni aumenta di importanza passando dal 17% del primo trimestre 2017 al 25% del primo trimestre 2018.

Sui prossimi trimestri si attende una progressiva riduzione del peso della componente surroga, da ricondursi alla riduzione del bacino di potenziali mutuatari interessati a surrogare il mutuo, ma anche al possibile aumento dei tassi IRS e quindi dei tassi finiti per i mutui di surroga a tasso fisso.

Per quanto riguarda invece l’andamento prezzi, nel primo trimestre 2018 si rileva un’interessante riduzione degli spread medi di offerta per mutui a tasso variabile e mutui a tasso fisso: per una operazione di mutuo di 140.000 euro, durata 20 anni, valore immobile 220.000 euro, la media trimestrale dei migliori spread per mutui a tasso variabile si riduce dall’1,0% del quarto trimestre 2017 allo 0,7% del primo trimestre 2018. Sullo stesso periodo, la media dei migliori spread per mutui a tasso fisso diminuisce dallo 0,3% avvicinandosi a valori prossimi allo zero. Questa riduzione è da mettersi in relazione anche ad un ritardo di revisione dei tassi finiti di offerta sui mutui a tasso fisso da parte delle banche a fronte di una sensibile volatilità indici IRS nel trimestre.

I dati dell’Agenzia delle Entrate mostrano sul quarto trimestre 2017 un’accelerazione della crescita del numero delle compravendite, pari a +6,3% rispetto al quarto trimestre 2016, il che porta il numero delle compravendite poco sotto a quota 550 mila con un incremento su base annua del +4,9%, rappresentando il quarto anno consecutivo di incremento volume degli scambi.

Come ha spiegato Stefano Rossini, amministratore e fondatore di MutuiSupermarket.it, “il 2018 si è aperto con una nuova riduzione degli spread medi di offerta sui mutui da parte del sistema bancario, sia per mutui a tasso fisso che a tasso variabile”. Come già anticipato, il 2018 si è aperto con diversi istituti di credito che hanno ampliato la loro gamma mutui, riprezzando anche al ribasso le proprie offerte tanto che gli spread medi di offerta hanno registrato nel primo trimestre una contrazione di circa 30 punti base. Inoltre alcune banche hanno iniziato ad offrire mutui ad alta percentuale di intervento, che finanziano oltre l’80% del valore dell’immobile oggetto di acquisto.

“Sul mercato immobiliare si osserva un miglioramento generalizzato di tutti gli indicatori che lo caratterizzano (tempi di vendita, scontistica rispetto al prezzo inizialmente domandato, numero di transazioni, intensità della domanda), con la rilevante eccezione dei valori di transazione che continuano a flettersi – spiega Stefano Magnolfi, executive director di CRIF Real Estate Services – Il dato sintetico dei prezzi è pertanto in ulteriore calo, ma al sua interno si osservano due dinamiche diverse. Infatti, i prezzi delle abitazioni nuove o ristrutturate sono in fase di stabilizzazione se non di aumento, ma tale trend è contrastato dai prezzi delle abitazioni usate (molto più diffuse) che continuano la loro parabola discensiva, soprattutto sui mercati secondari. L’Italia, non ha ancora quindi riavviato il ciclo inflattivo dei valori immobiliari diversamente da quanto è rilevato in tutti gli altri mercati europei”.