Dalla Redazione In Evidenza NPL e crediti deteriorati

NPL, tutti gli effetti dell’addendum BCE sulle banche italiane

Puntuale, come annunciato, è arrivato l’addendum della Bce alle nuove linee guida sul trattamento dei crediti deteriorati che si applicherà alle nuove sofferenze a partire dal 1° aprile. L’addendum non è vincolante, ma sarà il punto di partenza delle valutazioni che si faranno caso per caso per le principali banche sugli accantonamenti prudenziali. I risultati di questo scambio che ci sarà tra le banche e la Vigilanza saranno integrati nel processo di revisione e valutazione prudenziale (Srep-supervisory review and evaluation process) del 2021. Sono quindi confermati i termini per la copertura dei crediti che erano stati annunciati già ad ottobre: la BCE si aspetta la piena copertura sugli unsecured in 2 anni e sui secured in 7 anni. Per questi ultimi la Commissione Europea ha indicato invece il termine di 8 anni, con una gradualità meno impegnativa rispetto a quella indicata da Francoforte. E c’è un’altra differenza con il documento di Bruxelles e riguarda la tempistica di applicazione delle nuove regole: le indicazioni della Commissione Europea si applicano ai prestiti erogati dal 14 marzo e che diventeranno nuovi deteriorati, mentre la Bce considera anche i nuovi deteriorati (senza differenza tra ‘inadempienze probabili’ e ‘scaduti’) di prestiti esistenti, per i quali si azzera dal 1° aprile il computo di anzianità.

Proprio su queste differenze l’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, esprime le sue perplessità precisando che occorre superare i disallineamenti con la Ue, essendo “essenziale assicurare la coerenza tra i diversi livelli delle fonti normative e il pieno raccordo tra le diverse autorità europee”. Il comitato esecutivo dell’Abi rileva “la necessità che in sede applicativa siano chiariti i necessari raccordi tra quanto indicato dall’Addendum e l’applicazione dei principi contabili e gli obblighi di rendicontazione pubblica”. In particolare, “i contenuti dell’Addendum dovranno essere valutati e giuridicamente inquadrati rispetto alle modifiche del quadro normativo europeo, in necessario raccordo – anche rispetto alla loro entrata in vigore – con le proposte della Commissione”.

Ma quali saranno gli effetti sulle banche italiane di queste nuove indicazioni? Sicuramente si prospetta un aumento progressivo degli accantonamenti sui crediti. Le stime di consensus mettono in conto un extra-fabbisogno di 3-4 miliardi di euro a regime. Ma l’effetto vero si vedrà sulla politica di gestione dei crediti, in particolare di quelli non garantiti: si prevede, infatti, un aumento delle cessioni che si avvicinerebbe alla stima fatta da Equita Sim che vede oltre 43 miliardi di euro di Npl in arrivo sul mercato entro il prossimo biennio. Si prevede poi un rialzo del pricing e in generale del costo di questi crediti, oltre che un boom di richieste di garanzie.

Infine, le banche che potrebbero essere spinte maggiormente a cedere anche le proprie piattaforme interne di gestione la cui capacità media di recupero non va oltre il 5% del valore degli NPL. Per le banche diventerà poco conveniente tenere a bilancio questi crediti per gestirli.