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L’Abi apre all’addendum soft ma resta in trincea sul credito

L’Abi prende atto del miglioramento del testo dell’Addendum rispetto alla versione proposta nell’autunno scorso, ma al contempo riafferma la necessità di migliorare un percorso regolamentare e normativo a livello comunitario che si muove ancora in ordine sparso. «Dobbiamo guardare a ulteriori miglioramenti a queste normative che non sono completate e che sono in fieri» ha commentato ieri il presidente dell’Associazione, Antonio Patuelli. «C’è la preoccupazione del peso di queste nuove normative, tutte, ancorché disallineate e non completate, nei confronti delle imprese in Italia in genere e soprattutto delle piccole e medie imprese – ha aggiunto – che chiaramente più si rendono rigide le normative europee sugli Npl, più chi le deve applicare porrà in essere degli adempimenti di cui risentiranno le imprese in genere e soprattutto le Pmi». Patuelli ha annunciato ieri che l’Associazione è già al lavoro per presentare proposte di modifica che puntino a limitare i rischi e le ricadute sul credito, ma anche ad armonizzare la diverse previsioni tra proposta della Commissione e della Bce. Le proposte di modifica potranno prendere la forma di emendamenti, presentati da deputati europei, al testo sugli Npl che dovrà andare in parlamento. La nuova norma, come è noto, scaturirà dal trilogo, ovvero dal compromesso sui testi di Commissione, Parlamento e Consiglio.
L’esecutivo Abi ieri ha preso atto della relazione presentata dal dg, Giovanni Sabatini, nella quale si rileva che la versione ultima dell’Addendum non impone obblighi generalizzati per le banche e non produce effetti giuridici obbligatori e pertanto non è una misura di primo pilastro. Per l’Abi è fondamentale «assicurare la coerenza tra i diversi livelli delle fonti normative e il pieno raccordo tra le diverse Autorità europee», si legge nella nota diffusa ieri. Dal dibattito in esecutivo è emersa la preoccupazione delle ricadute sul credito alle Pmi dovute a effetti non ben calibrati delle nuove norme. «Gli automatismi nella valutazione delle garanzie – si spiega – le rigidità sulle possibilità di adottare misure di sostegno alle Pmi e alle imprese in temporanea difficoltà, se non adeguatamente considerate, avrebbero un effetto prociclico, incidendo negativamente sulla ripresa in atto». Viene evidenziata, inoltre, la necessità che in sede applicativa siano chiariti i necessari raccordi tra quanto indicato dall’Addendum e l’applicazione dei principi contabili (Ifrs9) e gli obblighi di rendicontazione pubblica.


Fonte:

Il Sole 24 Ore

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