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Deutsche bank in rosso anche nel 2017. Titolo -4,6%

Per il terzo anno consecutivo Deutsche Bank ha chiuso il bilancio in rosso. Nel 2017 la principale banca tedesca ha registrato un risultato netto negativo per 512 milioni di euro, a causa degli effetti fiscali negativi, del calo dei ricavi e dei costi di ristrutturazione, ma la perdita dell’esercizio si riduce dopo i -1,4 miliardi del 2016 e i -7 miliardi nel 2015.

La banca si aspetta di tornare in utile nel 2018. La borsa ha accolto questi dati con un’ondata di vendite. Il titolo ha aperto con un ribasso del 4,6% a 14,09 euro. Nel solo quarto trimestre il rosso è salito a 2,18 miliardi, a causa di 1,4 miliardi di euro di oneri legati alla riforma fiscale Usa, rispetto agli 1,89 miliardi dello stesso periodo 2016. Senza di questi il 2017 si sarebbe chiuso in utile per circa 900 milioni.

I ricavi totali del quarto trimestre sono scesi del 19% a 5,71 miliardi, mentre gli analisti si aspettavano un valore di 6,17 miliardi, per via del risultato delle attività di corporate e investment bank le cui entrate sono diminuite del 16% a 2,73 miliardi. I ricavi da trading hanno registrato un -27% a 886 milioni. Nell’intero esercizio i ricavi sono diminuiti del 12% a 26,4 miliardi, con tutte le divisioni in calo. Ma il risultato al lordo delle imposte, per la prima volta dal 2014, è positivo per 1,3 miliardi di euro dopo i -810 milioni del 2016.

Il capital ratio, inoltre, è salito al 14% a fine 2017, in aumento rispetto al 13,8% toccato al termine del terzo trimestre. I dati dimostrano che il gruppo è “ben posizionato nella direzione di produrre ritorni più elevati e crescita. La fusione con Postbank e la parziale quotazione di Dws sono a buon punto”, ha commentato il ceo John Cryan sottolineando che “nonostante un mercato sfidante, bassi tassi e ulteriori investimenti in tecnologie e in sistemi di controllo, nel 2017 abbiamo ottenuto il primo profitto pre-tasse in tre anni. Senza gli oneri prodotti dalla riforma fiscale Usa saremmo stati in utile nel periodo”.


Autore: Paola Valentini
Fonte:

Milano Finanza

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