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Carige chiede tempo alla Bce sugli Npl

Banca Carige ha un nuovo amministratore delegato: Paolo Fiorentino. Lo ha stabilito ieri il board della banca che ha anche predisposto la lettera da inviare alla Bce entro il 23 giugno. Nella missiva la banca ha provato a rispondere alle richieste della vigilanza ma alla fine non avrebbe assunto impegni precisi se non sulla governance. E ciò per una ragione molto semplice: punto di partenza della questione è la gestione degli npl, aspetto cruciale dell’intero piano. Su questo, però, Carige ritiene di non aver ancora raccolto tutte le informazioni necessarie per poter definire il percorso di messa in sicurezza dell’istituto. In sostanza, come riferito ieri da Radiocor Plus, vuole attuare ulteriori approfondimenti sui non performing loan. In ragione di ciò, fino a quando non verrà completata la ricognizione sulle sofferenze, per il quale è stato affidato da tempo il mandato a Prelios, non si potrà avere una risposta chiara sul reale fabbisogno di capitale. Più nel dettaglio, secondo il consiglio, andrebbero analizzati ancora alcuni aspetti tecnici e valutati meglio alcuni elementi di incertezza che riguarderebbero sia l’entità del pacchetto sia la modalità con la quale gli npl verranno poi portati fuori dal perimetro di consolidamento. Per adesso Carige ha trasferito una prima tranche da circa 938 milioni, ma era previsto lo smaltimento di un altro pacchetto da 2,4 miliardi lordi.

In sostanza, Carige ha fornito risposte sul fronte della governance ma, seppure non direttamente, ha chiesto più tempo sul tema maggiormente delicato: gli npl e la conseguente ripatrimonializzazione che, con ogni probabilità, appare comunque destinata a essere superiore ai 450 milioni inizialmente ipotizzati e probabilmente più vicina ai 600 milioni. Qualcuno nei giorni scorsi si è spinto a dire che le esigenze di capitale potrebbero arrivare a 800 milioni ma sarà solo l’analisi sulle sofferenze a stabilire l’ammontare definitivo dell’iniezione di liquidità che, in ogni caso, potrebbe avvenire anche con strumenti patrimoniali aggiuntivi oltre all’aumento di capitale.

Della necessità di fare ulteriori verifiche, peraltro, la banca ne avrebbe parlato direttamente anche con gli ispettori della Bce che ieri erano a Genova per un confronto con le prime linee di Carige. A questo punto, cruciale sarà la reazione di Francoforte. La vigilanza riterrà esaustiva la missiva? Si vedrà, il testo definitivo verrà comunque predisposto nelle prossime ore con le integrazioni che il nuovo ceo, Fiorentino, intenderà apportare. Di fatto, però, la lettera spiegherà l’avanzamento lavori senza dare risposte conclusive, su cui lavorerà l’amministratore delegato.

Nel mentre va segnalato che il consiglio, dal quale si sono dimessi di recente tre consiglieri e nei mesi precedenti aveva registrato il passo indietro di altri due membri, ha cooptato anche tre nuovi componenti del board. Si tratta di Stefano Lunardi, Ilaria Queirolo e Francesca Balzani. Quest’ultima, avvocato ed ex vice sindaco di Milano, ha commentato così il suo ingresso nel cda: «La banca va difesa, è un importante valore per il territorio. Va certamente ricapitalizzata e va superato lo scoglio degli npl, ma va mantenuta la sua identità locale». A questo punto manca ancora un nome per completare il consiglio.


Autore: Laura Galvagni
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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