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Banche venete, c’è l’offerta di Intesa: un euro per le good bank

Com’era ormai atteso, Intesa Sanpaolo si fa avanti per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Ma alle sue condizioni: prezzo simbolico di 1 euro, completa ripulitura degli Npl, nessun impatto sul patrimonio e quindi nessuna necessità di aumentare il capitale o di ridurre i dividendi. Non solo: «L’operazione è subordinata all’incondizionato placet di ogni Autorità competente anche con riferimento alla relativa cornice legislativa e regolamentare», puntualizza la banca in una nota, lasciando così intendere che il disegno rimarrà in sospeso finché i (numerosi) interlocutori non si saranno espressi. Un passaggio che, visti i precedenti, non può considerarsi scontato.

Acquisti di attività in liquidazione
Come anticipato da Il Sole 24 Ore, è stato un cda straordinario – nella mattinata di oggi – a deliberare con voto unanime la disponibilità all’acquisto di «certe attività e passività e certi rapporti giuridici facenti capo a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca». Non è un dettaglio: se comprerà, la banca comprerà da una procedura di liquidazione, dunque non le banche in quanto tali ma alcuni asset ex Vicenza o ex Veneto Banca; la differenza è sostanziale, perché in questo modo l’acquirente intende tutelarsi dai rischi che in futuro potrebbero emergere sulle tormentate vicende passate.

Esclusi i crediti deteriorati
Nel dettaglio, la disponibilità di Intesa Sanpaolo riguarda l’acquisizione di un perimetro segregato che esclude i crediti deteriorati (i 10 miliardi di sofferenze, ma anche inadempienze probabili e esposizioni scadute), i crediti in bonis ad alto rischio e le obbligazioni subordinate emesse, così come le partecipazioni considerate non strategiche.

Guzzetti: giusti i paletti di Intesa
Immediato il commento di Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo, socio al 4,8% della banca: «Intesa non è la banca del Paese, ma è una banca responsabile, che ha già dimostrato in passato di farsi carico di alcuni problemi della collettività», ha commentato con Radiocor Plus. In particolare, Guzzetti ha evidenziato l’importanza dei paletti fissati da Intesa su capitale e cedola: «Questi paletti Messina li ha messi anche quando stava esaminando Trieste (Generali, ndr), figuriamoci ora – sottolinea -. Del resto perché dovremmo metterci in casa situazioni problematiche visto che la banca va bene? Questa è la bussola di Intesa Sanpaolo».

La nota, uscita intorno alle 16, ha fatto accelerare il titolo di Intesa Sanpaolo a Piazza affari: intorno alle 16,30 sale del 2% con un top a 2,59 euro in un mercato che sale dello 0,75%.

Gli analisti: l’ultima parola spetta a Bruxelles
I primi commenti degli analisti sottolineano come la palla passi ora alla Commissione europea. «La situazione resta ancora poco chiara – si legge in un commento diMediobanca – e sarà probabilmente confermata nei prossimi giorni, con la principale ambiguità che riguarda chi si farà carico del conto della bad bank, se lo Stato (cioè i contribuenti) o il fondo di risoluzione o quello di garanzia dei depositi (cioè le banche)».
«Il punto di domanda è se il Mef sarà autorizzato a iniettare capitale nella bad bank da parte della Dg Competition» della Commissione europea, rileva Equita Sim che stima i costi di ristrutturazione di Veneto Banca e Popolare di Vicenza a carico dello Stato «in 2,5 miliardi di euro». Quanto a Intesa l’operazione, per come si è delineata, appare «più favorevole» rispetto alle indiscrezioni della vigilia grazie a condizioni «più restrittive» di quelle ipotizzate dalla stampa.


Autore: Marco Ferrando
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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