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Banco Bpm, la prima trimestrale post-fusione in utile per 117 milioni

Banco Bpm mette a segno una trimestrale con segni più sia sul fronte dei proventi operativi e della redditività. E al contrario registra segni meno soprattutto sulle voci che pesano, ovvero gli oneri operativi e lo stock dei crediti deteriorati.I primi tre mesi dell’anno si chiudono così all’insegna di una buona vitalità operativa e di un miglioramento del profilo di rischio complessivo della banca. È un mix di elementi che si traduce in un utile netto di 117 milioni di euro: un risultato comprensivo degli effetti positivi della Purchase price allocation (la valutazione a fair value delle attività ex Bpm) ma comunque «superiore alla nostre attese» dice l’a.d. Giuseppe Castagna in conference call , e nettamente superiore al consensus degli analisti, pari a 62 milioni per il panel Bloomberg.
La banca è nel pieno del processo di integrazione, dopo la fusione iniziata a inizio anno. La rete è stata impattata solo in parte dal processo di fusione (l’integrazione dei sistemi It scatterà il 23 luglio) e questo ha permesso al gruppo di premere l’acceleratore «con forza ed energia», dice Giuseppe Castagna durante la conference call con gli analisti. Gli effetti si vedono nella crescita dei conti correnti e depositi, cresciuti di 7 miliardi in un anno (+10%), e del risparmio gestito (+4,2 miliardi, +7,6%). Grazie al contributo delle commissioni (547 milioni +16,9% sull’anno precedente, soprattutto grazie all’attività di vendita di prodotti di risparmio) i proventi operativi salgono a 1,21 miliardi (+2,8%). Va detto d’altra parte che il margine di interesse scende del 6% rispetto all’anno precedente (da 559 a 525 milioni), se esclude l’effetto positivo degli interessi sul Tltro 2, in considerazione del quale invece il confronto è sostanzialmente a livelli stabili rispetto a marzo 2016. Scende, come prevedibile, il risultato netto finanziario, complice il calo degli utili da cessione di titoli nel portafoglio Afs.
Nel contempo va detto che la banca sta lavorando come previsto sui costi (oneri operativi a -4,7%) ma soprattutto è in linea sul profilo della qualità del portafoglio, tema su cui la Bce ha maggiormente posto l’attenzione: aumentano le coperture, scendono i flussi netti di ingresso a deteriorati (-42%), mentre lo stock di deteriorati netti flette da 17,2 a 15 miliardi. Inoltre, se entro giugno sono attese le offerte vincolanti sulle posizioni secured del progetto Rainbow, altri due miliardi di crediti non garantiti dovrebbero essere ceduti entro il secondo semestre. Castagna ha confermato di voler chiarire «entro giugno» la strategia da prendere sul risparmio gestito, ed è escluso che rimanga l’attuale assetto nella gestione con il “doppione” di Gestielle ed una quota in Anima. Nel contempo ci sarà da chiarire la posizione sulla bancassurance con Unipol. Con la quale, se non ci fosse un rinnovo, «faremmo partire un beauty contest – ha detto Castagna – Abbiamo molti interessamenti, a partire dai nostri partner Covea e Aviva a cui potranno aggiungersene altri».


Autore: Luca Davi
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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