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Il piano Mps: verso meno aiuti e Bruxelles chiede maxi tagli

L’ impegno del governo per salvare il Monte dei Paschi di Siena, inizialmente stimato in 6,6 miliardi di euro (degli 8,8 chiesti dalla Vigilanza europea), potrebbe ridursi a un importo fra i cinque e i sei miliardi. L’intesa fra Roma, Bruxelles e Banca centrale europea non sarà comunque indolore. Non solo gli investitori professionali dovranno partecipare al salvataggio perdendo 2,2 miliardi sul valore dei loro crediti verso la banca, ma il piano dovrà ridurre i costi e il personale ben più di quanto previsto finora dall’istituto di Siena: cinquemila uscite contro le 2.600 preventivate .

Su Monte Paschi di Siena e, sia detto per inciso, sulle Popolari venete, l’Europa deve evitare di essere miope. È chiaro che si stanno sperimentando le nuove regole per i salvataggi, o meglio per sostenere le banche nei momenti di difficoltà. A questo servono gli aumenti di capitale precauzionali, chiamati così perché legati a un intervento dello Stato. Intervento momentaneo e circoscritto nel tempo. Caratteristica che permette all’Europa di non avviare procedure per supposti «aiuti di Stato». Una possibilità che nelle mani di Bruxelles non può diventare una sorta di minaccia permanente affinché si possa mettere mano ad altre partite che riguardano il Paese in generale. Per troppo tempo si è ricamato sulle difficoltà del sistema bancario italiano, incapaci di distinguere tra istituto e istituto. Abbiamo assistito così a una Unicredit che ha portato a casa 13 miliardi di aumento di capitale o a una Intesa che è risultata essere una delle più solide banche a livello europeo. Il caso sul quale si devono concentrare adesso è Mps e solo Mps. Se ci riescono, perdendo meno tempo possibile.


Autore: Federico Fubini, Fabrizio Massaro
Fonte:

Il Corriere della Sera

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