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Softbank compra il “superspazzino” dei crediti

Il colosso giapponese SoftBank punta una fiche da 3,3 miliardi di dollari sull’americana Fortress Investment Group, attiva soprattutto in investimenti alternativi in crediti di cattiva qualità e asset in fase di ristrutturazione. L’operazione arriva in un momento in cui Softbank si appresta a lanciare un fondo di investimento tecnologico da 100 miliardi di dollari battezzato Vision Fund, insieme all’Arabia Saudita e ad altri partner importanti. Il fatto che il colosso nipponico guidato da Masayoshi Son si trovi ad avere una simile liquidità da investire, e come prima mossa rilevi un gruppo che gestisce 70 miliardi di attività, non è casuale.
Softbank comprando Fortress si porta in casa importanti competenze per futuri investimenti, e al contempo scommette sulle potenzialità degli investimenti fatti finora dal gruppo fondato da Pete Briger, Wes Edens e dall’ad Randy Nardone.
E’ vero però, dicono gli analisti, che Softbank comprando Fortress si trasforma da un’azienda che sceglie selezionati investimenti – tra cui quello in Alibaba e nel terzo operatore telefonico di Tokyo – in un gestore di attività di altri.
Quello che in gergo significa passare da selezionare le ciliegie migliori, a coltivare campi di ciliegie sperando che nella quantità ne escano anchealcune di buona qualità.
Per rilevare il colosso Usa degli asset distressed, Softbank ha inoltre offerto ai suoi azionisti 8,08 dollari per azione vale a dire il 39% in più rispetto all’attuale valore di Borsa, ma comunque meno della metà rispetto all’Ipo del gruppo di dieci anni fa. Ed essendo Fortress un gruppo fortemente legato alle persone che ci lavorano, Softbank si è affrettata a precisare che l’offerta è amichevole e nulla cambierà per i dipendenti , compresi quelli della controllata italiana DoBank. Peraltro l’istituto guidato da Andrea Mangoni e Giovanni Castellaneta che a dicembre aveva rilevato un portafoglio da 17,7 miliardi di crediti di cattiva qualità da Unicredit, sta pianificando di quotarsi a Piazza Affari a cavallo dell’estate.


Autore: Sara Bennewitz
Fonte:

Repubblica

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