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Dl banche, via libera definitivo della Camera

Con il voto di oggi il Parlamento ha dato il via libera definitivo al sistema di garanzia pubblica a sostegno delle banche, finanziato con un fondo da 20 miliardi, messo a punto per fronteggiare in prima battuta la crisi Mps. Tra le principali modifiche introdotte dal Senato e confermate da Montecitorio figurano le cosiddette “liste di debitori anonime”, il tetto facoltativo al compenso dei manager e il piano di educazione finanziaria presentato nei mesi scorsi alla Camera e “recuperato” da Palazzo Madama del decreto legge “salva risparmio”. Viene quindi riaperto il termine, fino al prossimo 31 maggio, per ottenere i rimborsi previsti per gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche poste in risoluzione. Un indennizzo che potrà essere sollecitato, ed è un’altra delle modifiche introdotte in prima lettura, anche dal coniuge, dal convivente e dai parenti entro il secondo grado.

Sulla questione della lista dei principali debitori nei confronti delle banche che chiedono l’intervento dello Stato è prevista una relazione quadrimestrale del ministero dell’Economia al Parlamento contenente i profili di rischio, ma non i nomi, per le situazioni che presentano un ammontare pari o superiore all’1% per cento del patrimonio netto. Via XX Settembre potrà porre i paletti alle retribuzioni dei manager e dei vertici degli Istituti nei quali interviene attraverso la garanzia pubblica. Portato inoltre da due a tre anni l’arco temporale entro il quale gli aspiranti esperti indipendenti non devono aver avuto rapporti professionali con gli istituti soggetti a ricapitalizzazione pubblica. Sempre dal Senato è arrivata la precisazione, per quanto riguarda il cosiddetto ‘misselling’, che gli strumenti che possono essere portati in ‘conversione’ con i titoli garantiti dallo Stato, sono esclusivamente quelli negoziati prima dell’entrata in vigore delle norme sul ‘bail-in’ (2016). In tutti i casi i rimborsi non potranno essere superiori al prezzo di acquisto degli strumenti finanziari.


Fonte:

Il Sole24Ore

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