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Bpm/Banco, pesano osservazioni Bce su coperture Npl

Il titolo della Banca popolare di Milano risente in borsa (sospeso con un calo teorico del 4,51% al momento) delle preoccupazioni per l’impatto dell’esito dell’ispezione che la Bce ha condotto presso il suo futuro sposo, il Banco Popolare (-4,64% a 1,786 euro). Infatti, secondo fonti di stampa, l’autorità di vigilanza avrebbe individuato la necessità di alzare le coperture sulle esposizioni non performanti (Npe) di 1-2 miliardi di euro.

Per questo motivo,  Bpm si aspetta non solo che il bilancio di fine anno del Banco registri una perdita pari a 1,5 miliardi dovuta a maggiori accantonamenti, ma che da Francoforte possa arrivare al nuovo gruppo bancario che nascerà dalla fusione la richiesta di alzare il minimo di capitale da detenere a fronte dei rischi, pur non richiedendo necessariamente una ricapitalizzazione che passi dal mercato. In pratica, il tutto si tradurrebbe in un aumento dello Srep. Quello della nuova banca era stato fissato al 9,5% contro un Cet1 ratio fully loaded oggi in area 13,5%.

In realtà è confermato quanto già detto nel business plan, ovvero la richiesta da parte della Bce di alzare le coperture per agevolare la cessione di Npl. Tanto che nelle loro stime la maggior parte degli analisti ha già contemplato un aumento degli accantonamenti per 1,5 miliardi di euro lordi proprio per alzare le coperture. Più in dettaglio, c’è chi stima oltre 2,5 miliardi di accantonamenti su crediti per il Banco Popolare  quest’anno destinati a raggiungere una copertura sul totale delle sofferenze pari al 62% e sul totale dei crediti dubbi al 49%.

Peraltro la Bce ha recentemente approvato il piano di fusione che prevede stabilità a livello di copertura al 2019, quindi per gli analisti di Equita è improbabile che a breve possano arrivare, anche indirettamente, richieste di aggiustamento. In più l’ad di Bpm, Giuseppe Castagna, recentemente ha confermato il buon esito di recenti contatti con il regolatore, escludendo richieste di adeguamento a nuovi standard.

In ogni caso “crediamo che il contesto di mercato, i target dei competitor e i deludenti risultati riportati dal Banco Popolare, sull’asset quality portino a incorporare nella valutazione, almeno in parte, uno shortfall di capitale”, precisano gli analisti di Equita, convinti che un re-rating del titolo sia legato all’esecuzione del processo di riduzione del rischio, che però dovrebbe accelerare solo nel secondo semestre del prossimo anno.


Autore: Francesca Generosa
Fonte:

Milano Finanza

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