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I nuovi pagamenti digitali prendono il volo: raggiungeranno i 26 miliardi di € nel 2016

Dal recente rapporto “I Pagamenti Digitali in Italia”, pubblicato in collaborazione con CartaSi, Consorzio CBI, Intesa Sanpaolo, PayPal e TIM, emerge come nel 2015 i pagamenti digitali (1) con carta a livello nazionale hanno raggiunto quasi i 175 miliardi di euro (2) (+12,2% rispetto al 2014), pari ad oltre il 22% dei consumi delle famiglie.
Lo strumento preferito dagli italiani continua ad essere il contante (430 miliardi di euro), con cui si pagano il 56% dei consumi, ma che in numero di transazioni rappresenterebbe oltre l’80% delle transazioni.

“Negli ultimi due anni la crescita dei pagamenti elettronici con carta ha superato le attese (+10,2% nel 2014 e +12,2% nel 2015), tanto da crescere a un ritmo maggiore di quello della media in Europa (intorno al 7-8%), sintomo probabilmente di un principio di cambiamento culturale nei consumatori italiani e di un effetto trascinamento del decreto ‘obbligo POS’ che ha generato un cambio di atteggiamento anche negli acquirenti” afferma Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano. “Tenendo conto che il nostro Paese ha parecchio terreno da recuperare rispetto agli altri Stati europei, ed ipotizzando una crescita che nei prossimi tre anni si mantenga in linea con quella dell’anno appena trascorso, ossia intorno al 12,1%, stimiamo che i pagamenti con carta nel 2018 potrebbero raggiungere i 246 miliardi di euro”.

L’Italia gode di un’ottima base infrastrutturale per l’accettazione di pagamenti digitali e di una buona diffusione di carte di pagamento tra la popolazione, in linea o superiore ai paesi europei più sviluppati. Nel 2015 cresce il numero di carte in circolazione (87 milioni, +1% rispetto al 2014), mentre il numero dei POS decresce leggermente (circa 1,76 milioni, rispetto agli 1,88 milioni del 2014) probabilmente a causa di una dismissione di terminali datati censiti ma già non operativi.

Tuttavia l’utilizzo delle carte di pagamento in Italia è ancora limitato se confrontato con il resto d’Europa. Nel 2015 è stato però registrato un segnale molto positivo e il valore del transato è cresciuto maggiormente rispetto agli anni precedenti, con un tasso del 12,2% (da 156 a 174,7 miliardi di euro) rispetto a un tasso medio dei tre anni precedenti del 5,6%, e il numero delle transazioni del 13,7% rispetto a un tasso medio dei tre anni precedenti del (da 2,33 a 2,64 miliardi).
Cresce il numero delle transazioni pro capite (da 38,8 a 44,1) anche se ancora molto lontano dalla media europea mentre si contrae lo scontrino medio (da 67 euro a 66 euro), tuttavia è come se gli italiani utilizzassero la carta meno di una volta a settimana, rimanendo lontani dalla media europea. Vi è quindi ancora molta strada da fare per raggiungere i valori del resto del mondo. “Per colmare il ritardo nella diffusione dei pagamenti digitali in Italia rispetto alla media europea, è a nostro avviso necessario muoversi in due direzioni: consolidare l’offerta di servizi innovativi che facciano davvero leva sull’attrattività dei pagamenti innovativi e mettere in atto un piano di incentivi promosso dal soggetto pubblico” afferma Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano.

eCommerce ed ePayment
Focalizzando l’attenzione sui pagamenti innovatici, il transato relativo a eCommerce (acquisti da PC o Tablet di prodotti, servizi e contenuti digitali) ed ePayment (pagamenti da PC e Tablet di ricariche, bollette, tasse, multe, etc.) vale complessivamente 17,3 miliardi di euro nel 2015 (+13%).
In particolare, il valore del transato di ePayment nel 2015 vale 3miliardi di euro ed è cresciuto del 20%. Il 55% del transato è riconducibile ai pagamenti di Utility o verso la Pubblica Amministrazione (bollette, tasse e multe, ecc.), in crescita rispetto al 50% del 2014. Il 30% è dovuto alle ricariche dei conti gioco (era il 35% nel 2014), utilizzati poi sul Web, mentre il restante 15% è imputabile alle ricariche telefoniche effettuate dal web. L’utilizzo delle carte di pagamento sui siti per i pagamenti, tuttavia, non è l’unico sistema digitale per pagare la PA e le utility. Abbiamo infatti stimato che gli italiani abbiano effettuato direttamente dall’Home Banking oltre 30 miliardi di euro di transato nel 2015 con RAV, MAV o F24 il pagamento di bollette e bollettini e il pagamento del bollo auto.
Il lavoro svolto da AGiD tramite il PagoPA e dalla normativa in merito all’obbligo delle Pubbliche Amministrazioni di accettare i pagamenti in modalità elettronica sta spingendo sempre più quest’ultime ad offrire sui propri siti questi sistemi di pagamento. L’Osservatorio prevede che nei prossimi mesi aumenteranno i pagamenti digitali su questo fronte e nel 2018 potranno raddoppiare arrivando tra i 5 e i 7 miliardi di euro di transato. 

Lo shopping e i pagamenti via mobile
Il Mobile Remote Commerce, sia di beni digitali che di prodotti e servizi, vale nel 2015 quasi 2,7 miliardi di euro (+56%), con la componente di beni e servizi che arriva a rappresentare il 70% del Mobile Commerce Totale, grazie all’aumento degli esercenti che offrono una soluzione su Mobile ed a una maggiore predisposizione degli italiani verso gli acquisti da smartphone.
Si stima che il transato legato al mondo dei contenuti digitali, spinto dalle applicazioni, possa raggiungere 1,1 miliardi di euro nel 2018, mentre il Mobile Remote Commerce di beni e servizi raggiungerà tra i 4,2 e i 4,8 miliardi di euro (arrivando a rappresentare oltre il 15% dell’intero eCommerce) grazie all’ingresso di nuovi esercenti e alla semplificazione della fase di pagamento garantita dai Mobile Wallet.

“Il Turismo rimane la componente più importante nella crescita del transato di Mobile Commerce di beni e servizi: registra infatti un +56% rispetto al 2014, con quasi 540 milioni di euro di transato (erano 346 milioni di euro nel 2014), seppur in lieve decrescita nel peso relativo delle diverse componenti a vantaggio della categoria Informatica ed Elettronica, che registra circa 370 milioni di euro di transato (erano poco più di 155 milioni di euro nel 2014)”, afferma Ivano Asaro, Ricercatore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano. “L’abbigliamento continua a mantenere un ruolo di primo piano (15% del transato) con circa 280 milioni di euro transati nel 2015 (erano poco meno di 170 milioni di euro nel 2014). La categoria ‘Altro’ – trainata dal couponing e dal ticketing di eventi – registra infine 446 milioni di euro di valore movimentato, in crescita del 42% rispetto al 2014”.

Dopo alcuni anni di lenta crescita, il Mobile Remote Payment di beni e servizi fa registrare nel 2015 un aumento del 75% e supera i 300 milioni di euro, trainato da pagamenti di ricariche telefoniche e bollettini (rispettivamente 67% e 19% del totale).
Tra le altre componenti, cresce il ruolo del car sharing e dei servizi di mobile parking, oltre ai biglietti per il trasporto pubblico locale (+100% sul 2014).
*La quantificazione puntuale del mercato dei Pagamenti Digitali è stata realizzata con il supporto di CartaSi, Consorzio CBI, Intesa Sanpaolo, PayPal e TIM.
 

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1 Si considerano «pagamenti digitali» tutti quelli effettuati con carta di pagamento tramite canale Pc e tablet, Mobile (sia a distanza sia in prossimità) oppure presso un negozio (in store – point of sales). Oltre ai pagamenti con carta, si includono le transazioni che si appoggiano ad un wallet (ad esempio PayPal), quelle con addebito diretto sul credito telefonico e i sistemi di trasferimento di denaro (che solitamente si basano sull’invio e la ricezione di bonifici).
Le componenti analizzate nel rapporto sono eCommerce ed ePayment (canale Pc e tablet); contactless payment e Mobile POS (canale fisico); Mobile Payment & Commerce (sia Remote sia Proximity) e Mobile p2p (canale Mobile).

2 Secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia

 

                                                                                       INFOGRAFICA

 

                 

 

                                         

                         

                     


Fonte:

Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

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