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Cresce la distanza tra le Casse professionali e il Fondo Atlante 2

L’Enpam, ente di previdenza di medici e odontoiatri, si allontana dall’operazione Atlante 2. Non sarà convocato un incontro straordinario del Cda per deliberare su Atlante 2 perché mancano le premesse. La notizia ha una doppia rilevanza, l’Enpam è in assoluto la Cassa più rappresentativa con i suoi 360mila iscritti e i suoi 17,2 miliardi di patrimonio. Il secondo aspetto da sottolineare è che il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti, è anche il presidente dell’Adepp, l’associazione che rappresenta 19 Casse di previdenza privata e che lo scorso 25 luglio ha votato una delibera (a maggioranza) che prevedeva un investimento in Atlante 2 di 500 milioni da parte delle Casse, a determinate condizioni. Sono state 16 le Casse che hanno firmato la delibera Adepp del 25 luglio perché tre, e cioè Inarcassa-ingegneri e architetti, Cnpadc-commercialisti ed Enpav-veterinari, si erano astenute fin da subito.

L’anticipazione delle intenzioni di Adepp ed Enpam si trova nell’intervista ad Alberto Oliveti, quale presidente Adepp, sul Sole 24 Ore di lunedì e oggi viene confermata. Enpam, ci tiene a sottolineare che questa decisione non è legata «alle proteste e agli appelli» da parte della categoria (tra cui quelli dell’Associazione italiana giovani medici – Sigm – e del Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani), ma è stata assunta perché «non si sono verificate le condizioni dettate all’inizio nella delibera di adesione ad Atlante 2». In pratica l’offerta tecnica che è arrivata dopo la delibera Adepp non corrispondeva a quella prospettata, e manca la manleva dei ministeri vigilanti (Adepp aveva chiesto al Governo delle disposizioni scritte da parte dei ministeri vigilanti, che autorizzassero le Casse a investimenti di questo tipo).

Cassa forense
Un’altra importante presa di distanza è arrivata, nel tardo pomeriggio di oggi, dal presidente di Cassa forense, Nunzio Luciano: «Pur avendo attentamente considerato l’investimento – dice – non possiamo dare seguito a nulla. Voglio, però, sottolineare che se salta il nostro sistema bancario e lo spread arriva alle stelle, le conseguenze finanziarie saranno estremamente onerose per Cassa forense, ma anche – chiude il numero uno dell’ente pensionistico degli avvocati – per tutto il sistema economico italiano».

Consulenti del lavoro
Tra le Casse firmatarie l’Enpacl (consulenti del lavoro) nell’assemblea del Cda del 28 luglio, pur lasciando aperta la porta a un possibile investimento preferibilmente di concerto con tutte le Casse di previdenza, ha deliberato di prendere tempo e di decidere una volta completati i necessari approfondimenti, soprattutto riguardo ai profili di rischio.

Chimici, geologi, attuari, agronomi e forestali
Più tranchant l’Epap (l’ente pluricategoriale di chimici, geologi, attuari, agronomi e forestali) che nel Cda di venerdì 29 luglio ha deliberato la non adesione, nonostante fosse tra i firmatari. La motivazione: «Le casse di previdenza non possono essere, con il loro patrimonio fondato sui risparmi degli iscritti, un “salvagente” per il sistema bancario nazionale, anche in considerazione dell’elevato rischio di tale operazione».

Proteste diffuse di notai, commercialisti ragionieri, avvocati

Oggi l’Unagraco, l’Unione nazionale commercialisti ed esperti contabili, si è aggiunta al fronte del no, ed ha sottolineato come «la fiducia va consolidata, non minata con operazioni dall’esito incerto che non valgono la promessa di future concessioni regolamentari». Questa netta opposizione si va ad aggiungere a un gruppo già abbastanza nutrito: l’Asign, l’Associazione italiana giovani notai e l’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, in un comunicato congiunto della scorsa settimana hanno definito l’investimento delle Casse in Atlante 2 «una forma di esproprio patrimoniale edulcorata con promesse di future concessioni normative e regolamentari»; l’Anc, Associazione nazionale commercialisti, sottolinea il fatto che «il patrimonio delle Casse, che costituisce il futuro previdenziale di milioni di professionisti, non dovrebbe essere messo a disposizione di operazioni il cui esito, al momento, rimane incerto»; e sul fronte sanitario hanno espresso la loro forte preoccupazione l’Associazione italiana giovani medici (Sigm) e il Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani ,solo per citarne alcuni.

Perplessità è stata espressa anche dai giovani avvocati dell’Aiga e dall’Anf, l’Associazione nazionale forense; dall’Aiga hanno fatto sapere sapere: «Siamo certi che all’adesione (politica) dell’Adepp potrà seguire un’adesione tecnica di Cassa Forense solo in presenza di stringenti condizioni che, allo stato, senz’altro difettano». Mentre l’Anf ha ricordato le difficoltà in cui si trova la categoria e la necessità che il Governo adotti una politica responsabile nei confronti delle professioni.


Autore: Federica Micardi
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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