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Bcc, via alla gara sulle sofferenze

Mentre Iccrea è alla ricerca di nuovi assetti di governance che permettano di superare l’attuale frammentazione, nel sistema delle oltre 400 banche credito cooperativo italiane ha preso forma la prima, grande azione coordinata in materia di gestione di non performing loans.

Come anticipato da Milano Finanza a fine aprile Iccrea si è posta l’obiettivo di cedere un robusto pacchetto di crediti deteriorati, probabilmente uno dei più consistenti arrivato sul mercato negli ultimi mesi. La raccolta delle adesioni si sarebbe chiusa proprio in questi giorni con una cinquantina di istituti disposti a partecipare al progetto e uno stock iniziale del valore nominale di circa 500 milioni.

Adesso la palla passa ai 15 soggetti finanziari che hanno messo nel mirino l’operazione, un nutrito gruppo che comprende soggetti italiani ed esteri con diverse specializzazioni, dal real estate all’unsecured.

I potenziali compratori si esprimeranno nelle prossime settimane, formulando un’offerta non vincolante con un relativo range di prezzo. Le banche decideranno a quel punto se le condizioni economiche dell’operazione saranno convenienti e se, come auspicato dai vertici di Iccrea, si potrà arrivare al closing entro l’estate. Come spesso accade in operazioni ad ampio raggio, i portafogli sul tavolo hanno composizione assai variegata con crediti sia chirografari che ipotecari, anche se quest’ultimi fanno comunque la parte del leone visto che rappresentano oltre la metà dello stock complessivo.

In pista poi potrebbero esserci anche altre iniziative analoghe. Secondo quanto si apprende in ambienti finanziari, Cassa Centrale Banca (partecipata al 25% da Dz Bank) potrebbe coordinare una nuova cessione di npl per conto delle bcc trentine in base a uno schema già impostato lo scorso anno con una primaria banca di investimento. Anche in questo caso si starebbe ragionando su uno stock per nominali 400-500 milioni, superiore insomma a quello finito sul mercato nel novembre 2014.

Sicuramente l’operazione messa in pista da Iccrea potrebbe dare un segnale importante al sistema, così che ha fatto la cessione di 1,3 miliardi annunciata martedì 23 dal Monte dei Paschi. In quel caso la banca senese ha venduto a Banca Ifis e a fondo americano Cerberus Capital Management un portafoglio originato dalla ex controllata Consum.it (prestiti personali, carte di credito e prestiti finalizzati).

Per Mps (che ha in pancia quasi 24 miliardi di sofferenze) si è tratto certamente di un passo importante, che ha fatto seguito all’esternalizzazione della gestione operativa dei crediti in sofferenza non core, formalizzata all’inizio dell’anno. Sempre nell’ambito dei prestiti non assistiti da garanzie immobiliari, è di una settimana l’operazione da 210 milioni annunciata da Banco Popolare che ha visto come controparte Hoist Finance, l’operatore specializzato svedese quotato al Nasdaq di Stoccolma.  L’auspicio degli operatori è insomma che il mercato possa finalmente mettersi in moto dopo la gelata degli ultimi anni. Ma è bene non farsi troppe illusioni. Senza interventi normativi, per gli istituti permane il nodo delle valutazioni: di solito l’operazione va in porto solo se il valore di carico degli asset è realistico, cioè se le banche, prima di cedere i crediti, li hanno svalutati in misura significativa, quindi bruciando patrimonio. Per questa ragione finora è stato difficile incrociare domanda e offerta, anche se le misure allo studio del governo potrebbero sbloccare la partita.


Autore: Luca Gualtieri
Fonte:

Milano Finanza

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