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Banche, sofferenze a 185 miliardi

La ripresa è in arrivo ma c’è un passato che non passa, fatto di lunghi anni di recessione, che continua a lasciare tracce evidenti nei bilanci bancari, sotto forma di aumento della rischiosità dei prestiti. È quanto emerge dall’ultimo outlook mensile dell’Abi, pubblicato nell’imminenza dell’esecutivo dell’associazione che si terrà domani a Palazzo Altieri, alla presenza del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.

Un incontro nel quale è molto probabile che si faccia il punto sulle possibilità di arrivare rapidamente a un intervento di legge che agevoli lo smobilizzo dei crediti deteriorati. A gennaio 2015, infatti, le sofferenze lorde sono risultate pari a quasi 185,5 miliardi(183,7 a dicembre 2014). Si tratta di venticinque miliardi in più rispetto a un anno prima, pari a un incremento del 15,6 per cento su base annua. L’aumento tendenziale è dunque piuttosto consistente, anche se inferiore al +27,2 per cento di un anno prima. Le sofferenze nette, invece, sono a quota 81,3 miliardi (+2,6 è la variazione annua, in decelerazione rispetto al +22,9% di gennaio 2014). Appare in crescita, rispetto a un anno prima anche il rapporto sofferenze lorde-impieghi, oggi al 9,7% contro P8,4% di dodici mesi fa.

Non basta: si tratta del rapporto più elevato dal 1996: prima della crisi era pari al 2,8 per cento. Se poi si applica lo zoom sul settore delle imprese, si vede che il peggioramento, durante la cri si, è stato ancora più marcato. L’Abi rileva infatti che tale rapporto raggiunge il 16,3% per i piccoli operatori economici (14,2% a gennaio 2OL4), il 16,3% per le imprese (13,4% un anno prima) e il 7% per le famiglie consumatrici (6,5% a gennaio 2014). L’elevato livello delle sofferenze, sottolinea l’Abi, è anche determinato dalla lunghezza delle procedure di recupero dei crediti. I più recenti dati del ministero della Giustizia segnalano che nel 2012 la durata media dei procedimenti di fallimento era pari mediamente a 7 anni, con punte di 20 anni a Messina. La durata media dei procedimenti di esecuzioni immobiliari era di 3 anni e 5 mesi, con oltre 7 anni a Potenza. Tuttavia, primi deboli segnali di attenuazione stanno cominciando a pervenire dai dati sulla regolarità dei pagamenti delle imprese: secondo i dati Cerved nel terzo trimestre 2014 la percentuale di imprese che saldano le proprie fatture in gra ve ritardo (oltre 60 giorni) è stata pari al 7,3% (contro l’8,6% del quarto trimestre 2013). Sul versante delle nuove erogazioni di credito stanno emergendo, inoltre, segnali positivi che fanno presagire una svolta del ciclo economico: secondo l’Abi, infatti, i nuovi finanziamenti alle imprese hanno registrato nel trimestre novembre 2014- gennaio 2015 un incremento del 4 per cento sul corrispondente periodo dell’anno precedente. Sempre in termini di nuove operazioni, il credito al consumo è cresciuto in un anno del 35 per cento e il nuovo credito al consumo è aumentato dell’8,i per cento su base annua. Nel febbraio 2015, poi, il totale dei finanziamenti a famiglie e imprese, riporta ancora l’Abi, è stato pari a -1,4 per cento su base annua. E’ ancora un dato tendenziale in flessione ma è il migliore registrato a partire dal mese di luglio 2012.


Autore: Rossella Bocciarelli
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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