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Banche, dopo la Bce il test dei conti

Dopo gli stress test, i conti.

Per le principali banche del paese gli esami non finiscono mai. Ieri si sono chiusi i termini per la presentazione alla Bce dei piani di rafforzamento di capitale per nove banche italiane che, formalmente, non hanno passato i test: per sette è quasi una formalità avendo già provveduto a fortificarsi negli ultimi mesi. Il nodo è per Mps e Carige, osservate speciali anche nella raffica di conti dei nove mesi.

L’attesa si concentra in particolare su Siena, che con un aumento da 2,5 e cessione di asset per 220 milioni dovrà sanare un deficit da 2,1 miliardi. L’ appuntantamento con i conti è per domani: gli analisti si attendono l’annuncio di perdite per circa un miliardo a causa di componenti straordinarie.

Oggi comunicherà i risultati l’altra banca “bocciata” dagli stress test Bce, ovvero la genovese Carige che per colmare un deficit da 813,4 milioni ricapitalizzerà (tra 500 e 650 milioni) e venderà asset: l’attesa del mercato è di un “rosso” vicino agli 85 milioni di euro.

Oggi toccherà poi alle due big: licenzieranno i conti dei nove mesi sia Intesa Sanpaolo sia Unicredit. Ieri un prologo sui conti di Cà de Sass è giunto, oltre che da Fideuram (utile a 300,2 milioni, +21%), da Banca Imi, la banca d’affari del gruppo guidato da Carlo Messina. Se i nove mesi vedono l’utile crescere del 5,4 % a 411 milioni e il margine d’intermediazione salire del 5,6% a 1,066 miliardi (risultati “più che soddisfacenti per chi vi lavora e remunerativi per tutto il gruppo” ha dichiarato Gaetano Micciché), nel terzo trimestre i profitti si sono fermati a 58,5 milioni contro i 119,7 dello stesso periodo 2013 (caratterizzato però da componenti straordinarie) e i 93,5 del 2012.

Oggi toccherà a Cà de Sass, dopo aver rafforzato banca dei Territori e aver costituito la nuova Capital Light Bank: gli analisti attendono utili oltre il miliardo.

Per Unicredit, invece, mentre proseguono le trattative con Santander per Pioneer, con Fortress e Prelioso per Uccmb, sono attesi utili a quota 1,6 miliardi, mentre l’ad Federico Ghizzoni ha recentemente riaffermato l’obiettivo 2 miliardi per fine anno.

Quindi le popolari. Oggi sfileranno i conti di Banco Popolare, Creval, Ubi, Bpm, per cui gli analisti prevedono un utile dei nove mesi da 214 milioni di euro.

Ieri ha anticipato tutti la Banca Popolare di Sondrio che ha riportato, al 30 settembre, utili per 94 milioni di euro, in rialzo dell’82% rispetto a un anno fa. L’Istituto guidato da Mario Alberto Pedranzini ha riportato un Common equity Tier 1 ratio (il principale indicatore patrimoniale) al 10,12%.


Fonte:

La Stampa

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