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Unicredit, Uccmb a un passo da Fortress

L’esclusiva scadeva ieri, domenica 9 novembre, mentre oggi dovrebbe arrivare l’annuncio dell’offerta finale che permetterà a Fortress di mettere le mani sulla controllata di Unicredit attiva nella gestione di crediti problematici Uccmb. Il condizionale, però, è d’obbligo: più volte negli ultimi tempi l’operazione è sembrata sul punto di chiudersi e così non è stato. Non a caso, ancora giovedì, a quanto risulta, venditore e compratore, e dunque, da una parte, i rappresentanti della banca guidata da Federico Ghizzoni e, dall’altra, il fondo americano Fortress, si sarebbero incontrati per cercare di chiarire alcuni dettagli della cessione.

Al centro dell’incontro, i dati sulle cosiddette curve di recupero dei crediti di Unicredit credit management bank (Uccmb appunto) relative al 2013. Numeri che sembrano tratteggiare un quadro meno positivo sull’andamento di Uccmb rispetto al 2012 (anno rispetto al quale era stata “parametrata” la bozza di accordo tra Unicredit e il fondo americano). Ma soprattutto dati in base ai quali Fortress, che da noi controlla la società di gestione di crediti Italfondiario guidata da Fabio Balbinot, ha cercato di spuntare condizioni più vantaggiose, non sembra tanto in termini di prezzo quanto piuttosto di minimi garantiti. Stando alle cifre fino a ora circolate, l’operatore statunitense dovrebbe mettere sul piatto in tutto 550 milioni di euro per Uccmb, suddivisi in 300 milioni per la piattaforma di gestione più 250 milioni per un pacchetto di crediti.

Nell’acquisizione di Uccmb, Fortress dovrebbe essere affiancata da Prelios, che si limiterà a farle da partner tecnico occupandosi del 50% dei servizi esterni della controllata di Unicredit. Un ruolo, quello della ex Pirelli real estate, più defilato rispetto a quello che nell’operazione sembrava dovesse ricoprire fino a non molto tempo fa e che potrebbe essere giustificato dalla fase finanziaria non semplice che il gruppo immobiliare sta attraversando. In altri termini, in questo momento, Prelios soldi da tirare fuori per partecipare all’acquisto di Uccmb non ne ha. In ogni caso, il ruolo più defilato non fa che mettere la ex Pirelli real estate al riparo dalle critiche di conflitto di interessi, se si considera che Unicredit, ossia la banca venditrice, è anche azionista forte di Prelios (con il 14% del capitale votante, seconda solo alla Pirelli di Marco Tronchetti Provera), principale finanziatrice (insieme con Intesa Sanpaolo, pure socia) e, per non farsi mancare nulla, cliente.

La posizione dell’acquirente Fortress, sostenuto da Prelios, ha destato ben più di una perplessità tra i circa 750 dipendenti di Uccmb, che nei giorni scorsi hanno messo nero su bianco i loro dubbi in una lettere aperta inviata all’ammistratore delegato di Unicredit Ghizzoni e al cda della banca. “Rifiutiamo e respingiamo – scrivono i lavoratori – l’idea di essere equiparati a un arredo o a un pc da dismettere. Siamo stati definiti una piattaforma operativa valutata alla stregua di qualsiasi altra componente di bilancio”. Il riferimento è al fatto che nessuno ha ancora chiarito se nei 300 milioni che gli americani dovrebbero mettere sul piatto per la piattaforma operativa di gestione dei crediti di Uccmb siano compresi o meno i lavoratori (tra l’altro pare che una trentina di dipendenti definiti in un volantino sindacale “benevisi” possano “salvarsi” restando nel gruppo Unicredit). Non solo: non è nemmeno chiaro se insieme con la piattaforma passi di mano anche la licenza bancaria di Uccmb.

“Lei – scrivono ancora i dipendenti rivolgendosi direttamente a Ghizzoni – avrebbe detto che la scelta tra le due cordate (il riferimento è al private equity Lone Star, l’altro operatore che era interessato a Uccmb, ndr) sarebbe avvenuta tenendo in considerazione il progetto industriale”. Ebbene, chiedono i lavoratori, “qual è il progetto di sviluppo industriale con il quale il gruppo Fortress ha convinto il management di Unicredit? Quali i contenuti del previsto contratto di servicing? Non c’è alcuna chiarezza – concludono i dipendenti – né garanzia che la nuova Uccmb mantenga inalterati i flussi considerato che sono già state ridotte in corsa le soglie di conferimento”. Il riferimento, in questo caso, è ai crediti gestiti da Uccmb.

Sempre stando a indiscrezioni, il portafoglio prestiti della controllata di Unicredit che sarà ceduto a Fortress dovrebbe valere poco più di 3 miliardi. I crediti lordi in proprietà, precisano da Uccmb, vale 9 miliardi, mentre nel complesso il portafoglio in gestione ammonta a 47,9 miliardi (cifra sempre lorda). Quest’ultima è la cifra cui si riferisce l’amministratore delegato di Uccmb, Dino Crivellari, quando parla di crediti in gestione nell’ordine dei 40 miliardi. Tra l’altro, Unicredit smentisce ma alcuni osservatori riferiscono, negli ultimi tempi, di rapporti un po’ tesi tra Crivellari e il responsabile della divisione rischi (chief risk officer) del gruppo, Alessandro Decio. Al punto che il futuro dell’ad di Uccmb sembra essere diventato incerto tanto quanto il destino dei 750 lavoratori


Fonte:

Repubblica

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