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Unicredit, decisione su Uccmb entro pochi giorni

E’ in dirittura d’arrivo la decisione sull’esclusiva per la cessione di Uccmb. Al termine della riunione odierna del cda l’ad del gruppo, Federico Ghizzoni, ha fatto sapere che entro pochi giorni sarà presa una decisione definitiva per la concessione dell’esclusiva per la vendita di Unicredit Credit Management Bank, la controllata che gestisce i crediti non performanti del gruppo. I due pretendenti in campo sono la cordata Fortress-Prelios e Lone Star.

“Sono offerte sostanzialmente in linea con le nostre attese. Stiamo discutendo con entrambi per capire meglio alcuni contenuti delle due offerte, perché non sono semplici. C’è da valutare il prezzo per la piattaforma, quello sul portafoglio e valutazioni complesse per determinare gli accordi sul recupero crediti”, ha spiegato l’ad. “Abbiamo ricevuto dal cda il nulla osta su quello che si sta facendo. Incontreremo in separata sede i due offerenti e dovremo decidere nei prossimi giorni con chi andare avanti. Non posso anticipare numeri né su prezzi né su volumi”, ha puntializzato.

In ogni, caso il top manager ha assicurato che con la cessione non ci saranno impatti dal punto di vista occupazionale. Per Ghizzoni il futuro di Uccmb è, per certi aspetti, anche migliore di quello che può avere stando all’interno del gruppo. “Oggi Uccmb è un’azienda captive, ma se diventa indipendente e non a controllo bancario potrà prendere anche clienti nuovi oltre a Unicredit, che rimane per i prossimi anni. Anche gli aspetti occupazionali fanno parte della discussione: cerchiamo un deal che tuteli la professionalità dei colleghi che ci sono”, ha aggiunto.

All’opposto, si sono allungati i tempi per la creazione del veicolo per i crediti ristrutturati con Intesa Sanpaolo e l’americana Kkr: “Le tempistiche sono andate oltre le aspettative, temo che si scavallerà l’anno. Ma l’impegno e il desiderio di mettere in piedi la piattaforma non sono cambiati”, ha affermato Ghizzoni.

Quanto all’asset quality review e agli stress test della Bce, che saranno pubblicati il prossimo 26 ottobre e che stanno condizionando le decisioni di investimento degli operatori nelle ultime sedute, per il banchiere non emergeranno problemi sistemici per gli istituti del Belpaese e la maggior parte di questi supererà in modo positivo l’esame. Con riferimento, quindi, alle illazioni della testata tedesca Der Spiegel, secondo cui saranno Italia e Cipro ad avere i problemi maggiori, Ghizzoni ha detto che “tutti i commenti sono fatti senza avere numeri in mano, vista la confidenzialità dei dati”.

Con i fondi Tltro chiesti all’Eurotower, poi, Unicredit spera di ridare impulso alla domanda di credito e fiducia agli investitori. Con questo obiettivo sono state individuate, tra i clienti del gruppo, 150 mila aziende a cui è stata inviata una lettera con la proposta di finanziamenti agevolati molto competitivi per trasferire alle imprese i benefici del minor costo del denaro che deriva dal Tltro. Nella prima asta di Francoforte, a settembre, Unicredit ha chiesto e ottenuto 7,75 miliardi di euro.

“I fondi della Bce saranno integralmente destinati al credito. In questa prima asta abbiamo richiesto l’importo massimo consentito per le nostre attività in Italia e la priorità andrà alle imprese che intendono fare investimenti pluriennali per sostenere lo sviluppo e ricominciare a crescere”, ha sottolineato, precisando che ad oggi sono già stati erogati 1,7-1,8 miliardi di euro. La quota di mercato di Unicredit sul nuovo erogato ha raggiunto il 25%, confermando il trend di crescita delle nuove erogazioni, che nel primo semestre sono salite del 62% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

In merito alla misura contenuta nella legge di stabilità che prevede la possibilità di un anticipo del Tfr in busta paga, Ghizzoni ha spiegato che “è quasi tutto concordato, mancano solo dettagli tecnici. Noi ci siamo e siamo ben felici di fare la nostra parte”. Nel complesso, la valutazione sulla manovra del governo è positiva e dà una risposta forte alla necessità di fare riforme e di far ripartire l’economia italiana, poiché affronta i problemi cronici del lavoro. Inoltre, queste misure verranno implementate senza superare il limite del 3%” del rapporto deficit/pil, che resterà al 2,9%.

Oggi a Piazza Affari il titolo Unicredit ha perso il 3,04% a 5,265 euro, aggiornando il nuovo minimo dell’anno. “Sul mercato c’è un problema complessivo di crescita dell’economia europea. E’ lo storno di un mercato che era salito nell’ottica di una crescita che poi non c’è stata e questo colpisce di più i Paesi più fragili o dove le borse hanno corso di più. E’ qualcosa di più ampio e profondo dell’impatto degli stress test, il cui peso è totalmente irrilevante e già scontato”, ha concluso Ghizzoni.


Autore: Serena Berici
Fonte:

Milano Finanza

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