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Banca Ifis acquista maxi-portafoglio di crediti deteriorati

Il ghiaccio si scioglie. Il mercato dei crediti deteriorati, che in Italia è congelato da tempo, registra un’operazione miliardaria: Banca Ifis ha comprato un portafoglio di crediti al consumo in sofferenza per un valore nominale di quasi 1,3 miliardi di euro. Si tratta di 122mila finanziamenti concessi in origine da Fiditalia a famiglie di tutta la Penisola (soprattutto prestiti personali e carte di credito) che Banca Ifis ha comprato dalla società veicolo «Justitia Futura».


L’operazione, che è stata conclusa ma non ancora ufficializzata, arriva in un momento in cui le banche ancora faticano a cedere a operatori specializzati i crediti deteriorati che zavorrano i loro bilanci: sebbene si tratti di crediti al consumo, questa operazione lancia dunque un primo importante segnale di disgelo. Che, però, per ora resta isolato.
L’operazione è articolata. I crediti oggetto di cessione erano stati in passato erogati da Fiditalia a 122mila famiglie italiane, dislocate in tutta la Penisola (con una concentrazione maggiore in Calabria, Campania, Lombardia e Sicilia). Si tratta di finanziamenti concessi, ma non rimborsati dalle famiglie. Poco più di un anno fa Fiditalia ha quindi deciso di vendere questo portafoglio ormai in sofferenza (a un prezzo ovviamente molto più basso del valore nominale) a un investitore internazionale: secondo le indiscrezioni raccolte da Il Sole 24 Ore e non confermate dai diretti interessati, si tratta del gruppo inglese Anacat al quale si è affiancato il servicer italiano Fbs (al 25%). I crediti sono stati successivamente collocati in una società-veicolo, chiamata «Justitia Futura».


Questo tipo di investitori ha solitamente aspettative di ritorno molto alte: comprando i crediti a prezzi stracciati (mediamente il mercato viaggia attualmente su prezzi pari al 5% del valore nominale), l’obiettivo di questi investitori è di incassare molto di più con il recupero porta a porta dei crediti. Un anno dopo averli acquistati, però, il gruppo inglese ha deciso di rivenderli: evidentemente le aspettative di incasso non sono state soddisfatte.
Di qui, appunto la decisione di ricedere l’asset. E Banca Ifis, che con questa operazione arriva a gestire un portafoglio di crediti deteriorati complessivamente pari a 5,4 miliardi di euro nominali, ha deciso di comprare: «Questa operazione conferma la validità, il peso e la qualità dell’innovativo progetto che abbiamo elaborato dall’entrata nel settore dei crediti di difficile esigibilità», commenta al riguardo Giovanni Bossi, numero uno di Banca Ifis.
La rilevanza di questa operazione sembra aprire uno spiraglio sul mercato italiano dei crediti deteriorati. Se il mercato ripartisse, le banche potrebbero infatti vendere a operatori specializzati parte dei 166 miliardi di sofferenze: questo potrebbe poi facilitare la concessione di nuovi crediti a imprese e famiglie. Ma in questo mercato una rondine non fa primavera: molte cessioni di crediti in sofferenza in Italia sono tutt’ora bloccate (almeno fino alla fine degli stress test). Anche se, come Banca Ifis dimostra, qualcosa inizia a muoversi


Autore: Morya Longo
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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