Scelti per voi

Enria: possibili comunicazioni su fabbisogno Aqr già in estate

Utile anche in Italia pensare a soluzioni per pulire i bilanci dai crediti deteriorati, come con l’idea di bad bank suggerita dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, in vista dell’esercizio della Banca centrale europea e del passaggio alla vigilanza unica a novembre. E’ possibile che già in estate, dopo l’analisi sulle attività (AQR), possa essere richiesto a qualche istituto di adottare e comunicare rafforzamenti o maggiori accantonamenti se la Bce e le autorità nazionali lo valuteranno necessario.

Lo ha detto il presidente dell’Eba (Autorità bancaria europea) Andrea Enria in un’intervista a Reuters, in cui valuta “in modo assolutamente positivo” gli sforzi che le banche europee stanno facendo “per prepararsi ad Aqr e stress test”.

A margine del G20 di Sydney la scorsa settimana, Visco ha detto che un modo per aiutare le banche ad alleggerirsi delle partite deteriorate sia offrire garanzie pubbliche agli istituti che si mettono insieme per risolvere il problema.

“Per noi la cosa più importante è avere un processo che faciliti il più possibile la pulizia di bilanci bancari. La costituzione di bad bank ha funzionato bene in altri paesi. Non sta a me indicare il percorso che debbono seguire le autorità italiane, ma l’idea sollevata da Visco mi sembra utile”, ha detto Enria.

Dopo una contrazione del 9% del Pil e di un quarto della produzione negli ultimi 6 anni, le sofferenze bancarie, ossia i crediti con scarse possibilità di rimborso, hanno raggiunto i 156 miliardi di euro in Italia su un totale di circa 300 miliardi di crediti deteriorati.

Da maggio, Eba avvierà uno stress test su un periodo teorico di tre anni a partire dal dicembre 2013 su circa 130 banche europee sotto esame di cui 15 italiane. I risultati saranno comunicati a fine ottobre-inizio novemvre 2014, ma ci potrebbero essere eccezioni.

“Come ha detto [il vice presidente della Bce Vitor]Constancio correttamente, se nel corso dell’Aqr gli ispettori che vanno in banca si rendono conto che ci sono poste che sono state classificate male o che non ci sono stati abbastanza accantonamenti, possono chiedere alla banca di tenerne conto nelle proprie comunicazioni al mercato e nei propri bilanci”, ha detto Enria

Il presidente dell’Eba non vede particolari rischi di fughe di notizie nel periodo di buio informativo, ricordando che anche il precedente stress test del 2011 era durato quattro mesi senza particolari incidenti.

“Il processo è molto complicato ma è condotto da team ristretti abituati a mantenere la riservatezza. Non penso che ci siano problemi di questo tipo”.

Tra gli istituti italiani che stanno preparandosi allo scrutinio della Bce, sette hanno già predisposto operazioni di rafforzamento di capitale fresco per oltre 7,5 miliardi di euro, mentre il fabbisogno che potrebbe emergere post esercizio, secondo stime di analisti, sarebbe anche superiore a 15 miliardi.

“Vedo assolutamente in modo positivo gli sforzi che le banche europee stanno facendo per ripulire i bilanci, aumentare gli accantonamenti, aumentare il capitale per prepararsi ad asset quality review e stress test”, ha osservato Enria.

CAPITALE E CREDITO

Si dice che Eba chiede di aumentare il capitale in un momento di difficoltà, costringendo le banche a restringere il credito: questa lettura, secondo Enria, è tipicamente italiana e non regge alla prova dei fatti.

“L’Italia è l’unico paese in cui questa posizione è unanimemente sostenuta con poche eccezioni. La cosa vera, dal punto di vista empirico, è che le banche che più resistono alle richieste di aumentare capitale sono quelle che fanno meno credito”, dice Enria citando uno studio del governatore della banca d’Inghilterra per le banche inglesi che Eba ha replicato per le banche europee e anche nello specifico sull’Italia.

In Italia, come nel Regno Unito e in generale nell’Unione europea, c’è una forte correlazione tra la valutazione dei mercati sulla solidità patrimoniale della banca e la crescita del credito erogato dalla banca nel periodo successivo”, ha aggiunto.

Ma l’Eba, è una delle critiche che ricorrono in Italia, ha davvero costruito regole troppo rigide che riducono al minimo lo spazio di valutazione soggettiva del banchiere? Enria respinge anche questa lettura.

“Se per rigidità si intende applicare le stesse regole in tutto il mercato unico questo è il nostro mandato”, Eba è stata fatta per costruire il single rule book, per evitare la concorrenza regolamentare e il conseguente ammorbidimento delle regole che ha portato alla crisi.

“Le banche italiane sono sempre state tra i principali sostenitori di una forte armonizzazione delle regole, questo tipo di critiche mi sorprendono”.

In realtà gli stessi standard dell’Eba definiti rigidamente per un identico terreno di gioco, sono poi applicati dalle autorità di vigilanza e lì può esserci flessibilità. Enria fa l’esempio dei crediti oggetto di rinegoziazione per pagamenti ritardati. Se una banca ha un forte turnover di crediti in forbearance – molte posizioni crediti che entrano in questa condizione ma rapidamente ne escono – questo incide sull’entità degli accantonamenti richiesti, “l’autorità nazionale può tenere questo aspetto in considerazione”.

Queste nuove regole su crediti deteriorati e quelli rinegoziati partiranno da dicembre ma Eba ha raccomandato che vengano usate subito dove possibile.

“Gli standard su Npl e Forbearance entreranno in vigore entro dicembre 2014 ma dopo averne discusso con la Bce abbiamo raccomandato di utilizzarli già oggi il più possibile, anche nell’Aqr”.

Guardando alla crescita delle sofferenze, persino superiore a quanto giustificabile da situazione economica, “pensiamo che le banche si stiano già sforzando di applicare i nostri standard e credo che questo sia positivo”, ha detto Enria.

La metodologia sugli stress test verrà approvata e finalizzata a fine aprile, ma tra poco partirà il consueto confronto tra Eba e gli istituti. “Iniziamo in questi giorni un processo di discussione informale con le banche e pubblicheremo nei prossimi giorni il documento sul nostro sito”.

 


Autore: Stefano Bernabei e Valentina Za
Fonte:

Reuters Italia

Credit Village è oggi il punto di incontro e riferimento - attraverso le sue tre aree, web, editoria, eventi - di professionisti, manager, imprenditori e operatori della gestione del credito. Nasce nel 2002 con l’intento di diffondere anche in Italia, così come avveniva nel mondo anglosassone, la cultura del Credit e Collection Management.