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Si torna a risparmiare: crisi finita o natura precauzionale degli italiani?

Si torna a risparmiare. Questo è quanto emerge dagli ultimi dati dell’osservatorio GfK Eurisko.

 La crisi è dunque finita? Gli italiani sarebbero tornati a risparmiare, ma quali sono le ragioni di questo cambiamento? Crisi ormai alle spalle o solita natura precauzionale che contraddistingue il popolo italiano?

A queste domande ha cercato di dare risposta Fabrizio Fornezza, il vicepresidente di Gfk Eurisko, che nel corso della diciottesima edizione dell’Osservatorio sui Risparmi delle famiglie tenutasi lo scorso 27 marzo e realizzata con la collaborazione di Prometeia, ha presentato gli ultimi dati raccolti.

Rispetto ai mesi precedenti la situazione risulta essere ambigua: nonostante infatti la crisi non sia venuta meno e gli stipendi siano rimasti pressoché fermi, la propensione al risparmio delle famiglie italiane è aumentata di quasi un punto percentuale nel 2013.

Questo dato è molto significativo perché riporta la propensione al risparmio degli italiani nuovamente ai livelli medi dell’area euro.

 Gli esperti ipotizzano inoltre che nei prossimi tre anni si assisterà ad una continua crescita di questo indice: gli italiani ridurranno i consumi destinando poco a poco una quota maggiore del proprio reddito ai risparmi.

Secondo l’Osservatorio questa tendenza non è altro che una risposta “di  natura precauzionale, in uno scenario ancora molto debole del mercato del lavoro, e con l’obiettivo di ripristinare il valore della ricchezza, finanziaria e immobiliare, erosa durante la lunga crisi”.

Ma dove hanno investito i loro soldi gli italiani fino ad oggi e dove hanno intenzione di metterli nel prossimo futuro?

Come si evince dall’indagine di  GfK Eurisko-Prometeia nonostante la crisi economico-finanziaria,  gli investimenti sono stati in prevalenza indirizzati verso i fondi comuni di investimento, che hanno fatto registrare un + 1,4%, (la cui incidenza sulle attività finanziarie supera l’8%, in linea con la Ue) ed i prodotti assicurativi. Gli investimenti in obbligazioni di Stato e bancarie sono invece calati del 2%.

Secondo questa indagine nei prossimi tre anni “dovrebbe proseguire la tendenza in corso alla riduzione della detenzione diretta di titoli, sia pubblici sia privati, che ha raggiunto livelli particolarmente bassi di rendimento, a favore di prodotti di risparmio gestito, fondi comuni e prodotti assicurativi e pensionistici, la cui quota sulle attività finanziarie potrebbe crescere raggiungendo quasi il 29% del totale”.

L’Osservatorio specifica che i risparmiatori si sono indirizzati verso una maggiore diversificazione dei prodotti proprio perché sono stati influenzati dall’andamento positivo delle borse e dai cambiamenti nelle politiche di offerta degli intermediari finanziari.

Stando ai dati emersi da questo ultimo rapporto, al momento pare dunque che la maggiore propensione al risparmio degli italiani non sia indicativo di una condizione economica più favorevole, ma di una natura precauzionale che porta i cittadini a risparmiare per evitare il sopraggiungere di situazioni economiche più privative.

 


Autore: Erica Venditti
Fonte:
Redazione Credit Village

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